Smartphone, tablet e più in generale Internet stanno contribuendo a formare generazioni di ragazzi infelici, poco convinti di sé e dei propri mezzi. È quanto emerso in uno studio condotto tra il 2012 e il 2017 dall’Università del Michigan su un campione di 1,1 milioni di ragazzi americani di età compresa tra i 13 e i 18 anni. La ricerca, tra le più autorevoli condotte negli Usa, si è concentrata sugli effetti che la distribuzione dei nuovi device connessi ad internet e dei social network ha avuto sulla psiche degli adolescenti e sulla loro capacità di essere soddisfatti delle attività che svolgono.
In un mondo dove la differenza tra online e offline si sta gradualmente cancellando, i ricercatori partono proprio da una distinzione netta tra attività svolte nel mondo reale e in quello digitale per capirne gli effetti. Il loro studio, pubblicato lunedì 22 gennaio sulla rivista Emotion mette in stretta relazione diffusione degli smartphone, soprattutto dal 2012, e l’aumento dei disagi tra gli adolescenti. L’obiettivo era comprendere quanto il boom dei device mobili abbia compromesso la stabilità psicologica e la felicità degli adolescenti.
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Il metodo usato dagli scienziati
Il metodo usato dagli scienziati è stato quello delle interviste singole, su larga scala. Agli adolescenti è stato chiesto quanto una serie di attività li rendevano felici o meno, in egual misura tra attività online e offline: sport e esercizio fisico, interazioni reali con amici e coetanei, attività religiose, leggere giornali e riviste su carta, fare i compiti, da un lato; navigare in Internet, giocare ai videogame, usare i social media, chattare via testo e con video, guardare la tv e leggere le news online dall’altro.
Ad ogni domanda su una specifica attività erano attribuite un delle risposte che andava dalla totale soddisfazione emotiva e personale, alla sensazione di non essere per niente soddisfatto né adatto a quel tipo di attività.
Queste risposte poi sono state incrociate con quelle sul tempo impiegato dai ragazzi in quelle attività. Il dato che hanno ottenuto gli scienziati è che più tempo si passa in attività online, più si è insoddisfatti del tempo speso in quella attività. Navigare in internet è risultata essere l’attività più frustrante, seguita dai video game, i social e le chat. Anche leggere notizie online e guardare la tv crea disagio agli adolescenti.
Di contro, le attività che più sembrano soddisfarli, quelle in cui si sentono più bravi e danno loro più soddisfazione sono in modo crescente fare i compiti a casa, leggere giornali e magazine cartacei, le attività religiose, vedersi con in propri amici e coetanei e su tutti lo sport e l’attività fisica. E più tempo si passa in queste attività, più felici ci si sente, hanno risposto i ragazzi.
La rivincita della vita offline e il tempo 'reale'
Stando al tempo speso online, i meno felici, secondo lo studio, sono quelli che spendono 40 o più ore a settimana su internet e social media. Quelli che invece spendono più di 5 ore al giorno compulsando il cellulare sono in genere due volte più infelici e insoddisfatti di chi spende al massimo un’ora al giorno.
Invece i ragazzi più felici sono quelli che spendono più tempo con i loro amici rispetto alla media. E meno tempo della media lo spendono sui social network.
Al tema della felicità è legato quello dell’autostima, che sembra essere crollata dopo il 2012 tra gli adolescenti. Il 2012, anno del primo campione analizzato, è quello in cui per la prima volta la diffusione di smartphone e tablet ha superato il 50% degli adolescenti americani. Sono diventati il 73% nel 2015 e l’89% nel 2016. All’aumentare della diffusione di questi device, conclude la ricerca, aumentano anche infelicità e insicurezza.
Eppure un dato ci ricorda che internet e smartphone non sono per forza il male assoluto. I ricercatori hanno infatti evidenziato nel loro report che i ragazzi che spendono online tra l’1 e le 5 ore a settimana, sono un po’ più felici di quelli che non hanno alcun accesso a rete e social network.
L'allarme sulla dipendenza creato dall'iPhone
La ricerca arriva qualche settimana dopo l'allarme lanciato da alcuni azionisti di Apple che chiedevano all'azienda di fare qualcosa per evitare gli effetti sulla salute mentale dei più giovani, allarme confermato da uno dei creatori del melafonino che ha parlato di cellulari come "macchine dai click di pseudo piacere".