"Lei sa cos'è l'Hornussen?". Silenzio imbarazzato. "E lo Schwingen?". La candidata sbarra gli occhi, evidentemente impreparata. "Bene, un argomento a piacere: ci dica il nome di uno sport tipicamente svizzero ...". E lei s'illumina: "Lo sci!". Risultato: bocciata. Lo sci, le spiega la commissione tra l'annoiato ed il saccente, non è uno sport tipicamente svizzero, ma uno sport solo tradizionalmente tale. Nel senso, pare di capire, che lo si pratica in Elvezia dai tempi di Giulio Cesare, ma mica solo lì. Infatti esistono anche sciatori austriaci, francesi, tedeschi e sloveni, persino italiani. Ma nessuna di queste nazionalità pratica l'Hornussen, una sorta di wrestling svizzero, e nemmeno lo Schwingen, che ne è una sua variante. Che infatti sono sport tipicamente svizzeri. E chi non lo sa, non ottiene la cittadinanza elvetica.
E' stato così che Funda Ylmaz è restata con il solo passaporto turco. Lei, che la Turchia non l'ha mai vista, che è nata nell'Argovia come gli antenati degli Asburgo e che a 25 anni parla perfettamente (e ci mancherebbe altro) il dialetto del posto. Ma nemmeno lei, la candidata ideale a vedersi riconosciuto lo ius soli confederativo, ha superato il terribile esame imposto dalla legge. I commissari, un gruppo di cittadini elvetici per diritto di nascita ed appartenenti alla municipalità di Buchs, l'hanno trovata del tutto carente.
Gli scritti erano andati benissimo
Non ha saputo rispondere in modo esauriente nemmeno quando le hanno chiesto come si fa a riciclare l'olio esaurito, e se richiesta di fornire il nome di una catena di negozi tradizionalmente (non tipicamente) svizzera ha dato una sola, misera risposta: la Aldi. "Ma io sono nata qui, e non conosco alcun altro tipo di vita", ha reagito lei, scrivendo alla commissione. Non a caso gli scritti erano andati benissimo, a pieni voti, ed in fondo le domande postele durante gli orali, in due turni, erano state un centinaio.
Sbagliarne tre o quattro dovrebbe fare contenta anche la commissione più esigente. Invece non ha appagato quella dei cittadini di Buchs, che pure avrebbero dovuto tenere in considerazione il senso di attaccamento alle istituzioni democratiche e rappresentative mostrato dalla candidata, che sentendosi chiedere un giudizio sul presidente del paese della sua famiglia, ma non suo, ha risposto prontamente: "Recep Tayyp Erdogan è un personaggio politico turco che si va trasformando progressivamente in un dittatore". Che poi era quello che Uri, Schwitz e Unterwalden pensavano degli Asburgo. Niente da fare, per lei, lasciata a protestare di non aver alcuna intenzione di lasciare la Confederazione, tantomeno di emigrare.
Ma è anche questo che non è piaciuto: la candidata ha dimostrato "di vivere in una piccola realtà e di non avere interesse ad entrare in interazione con la Svizzera e la sua popolazione". Accusa ingenerosa, se si considerano un paio di altri fattori: 1) il suo fidanzato non è turco, ma svizzero, ed è stato lui a darle l'idea di ottenere la cittadinanza per poter votare nei continui referendum che sono il sale della democrazia, da queste parti; 2) la ragazza, nata in ambiente musulmano, mai è entrata in moschea, e questo dovrebbe tranquillizzare i promotori di quel referendum che anni fa voleva l'abbattimento dei minareti su tutto il territorio nazionale, con la scusa di tutelare il paesaggio.
Un modo arbitrario di scegliere i cittadini?
Il fatto è, accusa il Tagesanzeiger riferendo della vicenda, che "di rado è stata così evidente la natura arbitraria del processo di concessione della cittadinanza". L'arbitrarietà è una macchia che in molti hanno riscontrato, in effetti, nel modo in cui la Confederazione si sceglie i cittadini. Lo scorso anno una donna, olandese ma residente da anni, si è vista rifiutare la domanda perchè era venuto fuori che si era impegnata in un'iniziativa pubblica per togliere il sonaglio alle vacche. Prima ancora una famiglia di profughi del Kossovo aveva subito lo stesso destino perchè andava in giro in paese in tuta da jogging, e guastava l'ambiente. Così a febbraio un ennesimo referendum ha tolto il potere di decidere dalle mani dell'ente governativo fino ad allora preposto, per darlo proprio alle autorità locali, ma l'idea si è rivelata essere poco percorribile. E la povera Funda ne ha fatto le spese. Per concludere: lo Schwingen è la cosidetta Lotta Svizzera, variante della greco-romana. L'Hornussen una via di mezzo tra il golf ed il baseball. Lo si chieda ad uno svizzero del Canton Ticino, e non sempre saprà rispondere.