Ancora una settimana per decidere la sorte del piccolo Charlie Grad. Come scrive Repubblica, giovedì, dopo avere ascoltato la lunga deposizione del “Professor H”, come viene chiamato in attesa che il tribunale decida di renderne nota l’identità (sebbene tutti sappiano chi è: il neurologo americano firmatario della lettera del Bambino Gesù che propone una cura sperimentale per Charlie), il giudice Nicholas Francis ha deciso di riconvocare tutte le parti oggi, venerdì 14 luglio, per decidere la data, probabilmente la settimana prossima - scrive il quotidiano romano - di una grande riunione di medici a Londra. Tutti gli specialisti, inglesi, americani, italiani, spagnoli, riuniti insieme attorno al capezzale del bambino affetto da un male apparentemente incurabile. Per decidere insieme se una cura c’è o no.
Il giudice: "Voglio nuove prove"
Come sottolinea il Corriere della Sera, il giudice ha chiarito fin dall’inizio che non intende protrarre le udienze all’infinito, ma anche che "i tempi non devono prevalere sulla giustizia": ed è evidente che non vuole apparire come qualcuno che abbia preso in maniera affrettata quella che è una decisione sulla vita e la morte. Il magistrato ha spiegato che "il benessere di Charlie è la prima preoccupazione", ma ha ribadito che ha bisogno di "nuove prove" per ribaltare la decisione presa da lui stesso in aprile, quando aveva autorizzato l’ospedale londinese a staccare la spina. Una sentenza poi convalidata in appello, dalla corte suprema a dalla corte europea dei diritti dell’uomo.
La mamma: "Charlie sta migliorando"
La mamma del piccolo Chralie, in un'intrevista a Repubblica, spiega che "se c’è anche una piccola possibilità, perché non esplorarla? Il giudice aveva detto che voleva sentire prove in grado di fargli cambiare idea rispetto al suo primo verdetto. Beh, adesso di prove ne ha sentite, qualche dubbio gli è venuto, se ha deciso di convocare a Londra tutti i medici".
Alla dichiarazione dei medici del Great Ormond secondo i quali Charlie sta peggiorando ("Se la testa non cresce, è un segno di danni cerebrali irreversibili."), la donna ribatte: "Non è vero che è peggiorato. Io vedo invece segni di miglioramento". In quanto alla testa del bambino, aggiunge, "gliel’ho misurata io e dico che è cresciuta. Lo capirei anche a colpo d’occhio".
Il medico Usa: 10-56% di possibilità di successo
Come scrive La Stampa citando il Daily Mail, il medico americano che vorrebbe curare Charlie Gard con una terapia sperimentale è stato invitato a Londra a visitare il piccolo. Parlando in videoconferenza nel corso dell’udienza all’Alta Corte, il neurologo - coperto dall’anonimato - ha spiegato che nuovi test condotti su cavie hanno mostrato che è possibile un miglioramento delle funzioni cerebrali del bimbo di 11 mesi affetto da una rara malattia. Inoltre, ha affermato che i medici britannici potrebbero sbagliarsi sul fatto che il bimbo abbia un danno al cervello, e che se al contrario si trattasse di un problema muscolare, le nuove terapie potrebbero funzionare. "Vale la pena provare", ha detto, spiegando che c’è una probabilità del 10 per cento di un "successo clinicamente significativo", che potrebbe arrivare fino al 56 per cento nelle possibilità di un miglioramento.
Il calvario dei genitori
Il calvario giudiziario dei genitori era cominciato a marzo, quando la coppia si era rivolta a un tribunale per tentare di fermare la mano dei medici, i quali ritenevano di aver esaurito tutte le opzioni di trattamento disponibili".
"Il piccolo era nato apparentemente in buona salute lo scorso 4 agosto. Ma dopo otto settimane aveva cominciato a perdere forze e peso. Portato in ospedale, gli era stata diagnosticata la sindrome di deperimento mitocondriale, che provoca il progressivo indebolimento dei muscoli", continua l'articolo del 'Corriere', "ci sono soltanto sedici casi al mondo, ma purtroppo entrambi i genitori sono portatori del difetto genetico e quindi Charlie è venuto al mondo segnato dal destino. Da allora il bambino è in terapia intensiva, intubato, e secondo i medici non ha speranze di sopravvivere: per cui meglio staccare tutto per evitargli ulteriori sofferenze".