La comunità mondiale dei sikh è in rivolta contro una parte di quella italiana, che ha chiesto al supremo clero religioso di Akal Takht, nel Punjab indiano, l'autorizzazione affinché i propri membri possano portare un 'kirpan', il coltello tradizionale, fatto di materiale flessibile, in grado di chiudersi automaticamente nel momento in cui viene a contatto con qualcuno.
La polemica tra i sikh ha origine nella sentenza con cui nel maggio scorso la Corte di Cassazione dichiarò illegale il "kirpan" portato in luoghi pubblici e affermando la supremazia della legge italiana rispetto ai dettami delle religioni. "Le interferenze dei governi nei nostri affari sono inaccettabili", ha affermato Mukhbir Singh, presidente dell'organizzazione mondiale dei sikh, mentre Ranjit Singh Masuta, fondatore e presidente di Gurdwara Sahib, luogo di culto nella svizzera Langenthal, avverte: "I sikh non prenderanno ordini da alcun governo".
I sikh hanno investito della loro rabbia anche il governo indiano, che con l'Italia ha già un conto in sospeso sui marò accusati di aver ucciso due pescatori. Al primo ministro, Narendra Modi, e al ministro degli Esteri, Sushma Swaraj, è stato chiesto di intervenire su Roma.