Non è facile orientarsi tra le molte differenze dei veli indossati dalle donne musulmane. Ci sono quelli che coprono solo il capo, quelli che nascondono il corpo fino alla vita, compreso il collo, e poi ci sono le due forme più estreme: il niqab e il burqa, con il primo sono visibili solo gli occhi mentre con il secondo nemmeno quelli. Tutto dipende dalla provenienza geografica. E se nei Paesi mediorientali vedere per strada o nei luoghi pubblici donne completamente coperte dagli abiti è normale, non si può dire lo stesso nella parte di mondo occidentale, dove sempre più spesso i governi propongono leggi che vietano l’uso delle forme estreme del velo islamico. Se ne sta discutendo anche in Norvegia, dove a giugno 2017 è stata presentata una proposta di legge, che dovrebbe essere approvata nel 2018, per impedire alle donne musulmane di coprirsi il volto nelle scuole e nelle università.
I motivi del divieto norvegese
Il motivo - secondo quanto riporta la Bbc -“è che la copertura del viso impedirebbe una comunicazione efficace tra gli insegnanti e gli alunni”. Questi tipi di vestiti impediscono una “buona comunicazione, importante affinché gli studenti possano ricevere un’istruzione adeguata”, ha dichiarato il ministro norvegese dell'Istruzione e della Ricerca Torbjorn Roe Isaksen. Dello stesso parere il ministro per l’Immigrazione e Integrazione. Per Sandeberg che ha detto: “Avere tutti gli strumenti per comunicare resta fondamentale durante la fase di apprendimento”. C’è però chi non è d’accordo, anche perché in Norvegia il niqab e il burqa non sono abiti così tanto diffusi."Sono molto poche le donne che usano il niqab, quindi ritengo sia un problema marginale e la proposta di legge non necessaria”, ha dichiarato Linda Noor a NRK , rappresentante del think tank Minotenk, che si occupa proprio di minoranze. La polemica sul velo musulmano si è accesa quando all’inizio del 2017 il consiglio islamico norvegese ha assunto come funzionario della comunicazione una donna che indossa il niqab.
Cosa succede nel resto d’Europa
La Norvegia non è il primo Paese europeo che affronta la questione. Già in altri Stati si è cercato di limitare l’uso del niqab e del burqa. Un dibattito - così come si legge sulla Bbc - mai del tutto sopito, perché partendo dalla discussione del velo indossato dalle donne musulmane si finisce con affrontare temi più generali quali la libertà religiosa, l’uguaglianza delle donne e il terrorismo. Vediamo cosa succede nel resto d’Europa:
- ITALIA
Non esiste una legge che vieta l'utilizzo di un velo che copre il volto come il niqab o il burqa. Chi sostiene l’esistenza di un divieto già in atto - si legge su Pagella Politica - fa riferimento di solito a una legge che risale agli anni di piombo, quando il Paese dovette fronteggiare numerosi atti terroristici di matrice politica. Il riferimento è all’articolo 5 della n. 152 del 1975: la cosiddetta “legge Reale” sull’ordine pubblico, un provvedimento molto discusso e sottoposto a referendum nel 1978 (che ne mantenne la validità). Nel 1977 la legge Reale venne modificata (con l'articolo 2 della legge n. 533) in senso più restrittivo nei confronti dell’abbigliamento da tenere in pubblico. La nuova formulazione dell’articolo diventò quindi: “È vietato l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo”. In realtà, è decisiva la clausola finale - “senza giustificato motivo”. La questione giuridica ruota intorno a che cosa costituisca un “giustificato motivo” - e se in esso rientrino le convinzioni religiose e/o le tradizioni culturali. Una sentenza del Consiglio di Stato e diversi altri casi giudiziari hanno chiarito che la legge italiana, al momento, non vieta i veli islamici.
- GERMANIA
Il 28 aprile 2017 i deputati tedeschi hanno approvato una legge che vieta il velo integrale, burqa e niqab, per funzionari e agenti del settore pubblico. La misura - si legge sul Foglio - riguarda anche chi lavora nell'ambito della giustizia, dell’esercito e delle commissioni elettorali. Tuttavia, il divieto riguarda solo l'orario di lavoro, oltre il quale nessun vincolo potrà essere imposto. "Coprire il volto per motivi religiosi o ideologici contraddice la neutralità richiesta da parte dei funzionari dello stato", si legge nel testo della norma. Nel dicembre 2016 la cancelliera Angela Merkel aveva dichiarato che indossare il velo integrale dovrebbe essere vietato in Germania “ovunque sia legalmente possibile”. La proposta di divieto rientrava anche in un secondo pacchetto di misure sulla sicurezza discusso ad agosto 2016 insieme al premier de Maizière.
- AUSTRIA
Il 29 marzo 2017 l’esecutivo austriaco di larga coalizione ha approvato le misure, preannunciate a febbraio, che vietano il velo in pubblico nell’ambito delle modifiche al piano ‘sicurezza e integrazione’. L’Austria - si legge sull’Huffington Post - si prepara a bandire la distribuzione del Corano e a rendere obbligatoria la frequentazione di corsi di lingua e cultura tedesca per i profughi nel primo anno del loro arrivo nel Paese.
- FRANCIA
E' stato il primo Paese europeo a vietare il velo integrale alle donne islamiche. La legge - si legge sempre sulla Bbc - è entrata in vigore l’11 aprile 2011 e non fa un chiaro riferimento al burqa o al niqab ma vieta la “dissimulazione del volto nei luoghi pubblici”. Tuttavia per le donne che indossano il velo integrale è prevista una multa di 150 euro, e possono essere obbligate a seguire uno stage di "educazione civica". La legge crea inoltre un nuovo delitto, la "dissimulazione forzata del viso": chi obbliga una donna a coprirsi completamente rischia il carcere ed una multa fino a 30mila euro.
In Francia vivono circa 5 milioni di musulmani - si tratta della più grande minoranza dell'Europa occidentale - e di questi solo 2.000 donne indossano i veli integrali.
- BELGIO
Dopo la Francia il Belgio è il secondo Stato ad aver vietato il velo integrale in Europa. La legge è entrata in vigore nel luglio 2011 e vieta qualsiasi tipo di abbigliamento che in qualche modo celi l’identità. Prima dell’entrata in vigore della legge, il burka era già bandito in alcuni distretti in base a vecchie disposizioni che impedivano alle persone di coprire il volto completamente. Chi non si attiene alle regole anche in Belgio rischia una multa.
- PAESI BASSI
Non c’è ancora una legge approvata dal Senato olandese, ma da novembre 2016, i parlamentari hanno proposto un divieto del velo (si parla sempre di quello integrale ndr.) nei luoghi pubblici come scuole, ospedali e mezzi di trasporto. Anche in questo caso non c’è un esplicito riferimento ai veli indossati dalle donne islamiche ma si parla di tutto ciò che in qualche modo celi l’identità di una persona. Il disegno di legge prevede multe fino a 410 euro. Il 5% dei 16 milioni dei residenti nei Paesi Bassi è musulmano, ma solo 300 donne indossano il niqab o il burka.
- SPAGNA
Non esistono leggi nazionali che si occupano del velo delle donne musulmane, ma nel 2010 a Barcellona è stato vietato coprire il volto in alcuni spazi pubblici come gli uffici comunali, i mercati e le biblioteche.
- GRAN BRETAGNA
Anche in questo caso non c’è alcun divieto di abiti islamici, ma dopo una direttiva del 2007 le scuole possono stabilire delle regole per l’abbigliamento.
Che differenza c’è tra un hijab, niqab e un burka?
In Occidente i veli più diffusi sono quelli che coprono solo la testa, ma ne esistono di tanti tipi a seconda del paese di provenienza. Ecco una breve guida per capire meglio le differenze.
La parola hijab significa letteralmente coprire, ma è spesso usata per indicare il foulard che indossano le donne islamiche. Queste sciarpe hanno diverse misure e sono prodotte in diversi colori. Comunemente e soprattutto in Occidente questo tipo di foulard copre la testa e il collo ma lascia il volto scoperto.
Il niqab è invece il velo che copre la testa e il viso, lasciando scoperto solo la parte intorno agli occhi.
Il burqa è il velo integrale ed è la copertura più estrema che può essere imposta ad una donna. È un unico velo che copre il viso e il corpo e ha una specie di griglia davanti agli occhi che permette di vedere.
L'al-amira è un velo composto da due parti: una per coprire i capelli e l’altra di forma tubolare parte dalla testa e avvolge il collo.
La shayla è una lunga sciarpa rettangolare tipica di alcune regioni del Golfo. Si avvolge intorno la testa e arriva fino a sopra le spalle. In genere lascia scoperto il collo.
Il khimar è un velo lungo, che copre il capo e il corpo fino alla vita. Nasconde completamente i capelli, il collo e le spalle, ma lascia il volto scoperto.
Lo chador, indossato da molte donne iraniane fuori casa, è un mantello che copre tutto il corpo.