Grandi manovre nella politica francese dopo l'elezione all'Eliseo di Emmanuel Macron e in vista delle elezioni legislative a doppio turno di giugno. In piena agitazione la 'gauche': il commissario francese per gli Affari economici dell'Ue, Pierre Moscovici, rilancia il ruolo dei socialisti, usciti con le ossa rotte dalle presidenziali: "Il Partito socialista? Non so se sia vivo o morto, ma in ogni caso deve resuscitare".
Macron tiene in sospeso 'l'opzione gauche'
Macron ha avuto ragione nel dire che i partiti tradizionali sono "malati", ha osservato, "ma io non cambio partito, continuo a pensare che abbiamo bisogno in Francia e in Europa di una sinistra di governo solida".
Sempre sul fronte socialista Benoit Hamon, il candidato del partito quinto al primo turno delle presidenziali con un misero 6%, ha annunciato di voler lanciare un movimento "per rigenerare la sinistra". La sua non sarà una rottura con il Ps, ma un'iniziativa che prenderà corpo a luglio, dopo il voto delle legislative. In un'intervista a France Inter, Hamon ha precisato che il suo movimento avrà l'obiettivo di "ricostruire una sinistra propositiva, che superi le tradizionali etichette politiche", a partire dalle sue proposte in campagna elettorale sul reddito universale e in chiave di tutela dell'ambiente.
Per Valls si chiude una porta, ma non si apre un portone
Chi non resterà con i socialisti è l'ex premier Manuel Valls, per il quale è stata avviata la procedura di espulsione dal Ps. Lo ha annunciato il segretario Jean-Christophe Cambadelis, dopo che Valls martedì aveva detto di volersi presentare alle elezioni legislative di giugno con il movimento del presidente eletto Macron. Un'auto-candidatura per il momento stoppata dal presidente della commissione investiture di En Marche!, Jean Paul Delevoye, incaricato da Macron di stilare le liste per le elezioni dell'11 e 18 giugno.
La porta per Valls non è però del tutto chiusa e lo stesso Delevoye sottolinea: "per ora" l'ex premier "non corrisponde ai criteri" per essere candidato, in quanto non affiliato al movimento.Dall'estrema sinistra, Jean-Luc Melenchon, quarto con il 19% nel primo turno delle presidenziali, ha annunciato la sua candidatura alle legislative per continuare a "combattere implacabilmente" contro il presidente Macron. Melenchon si rivolge anche ad Hamon e al suo nuovo soggetto, chiedendogli però di lasciare il Partito socialista. L'esponente della sinistra radicale ha annunciato l'intenzione di candidarsi per l'Assemblea nazionale nella circoscrizione di Marsiglia, dove al primo turno delle presidenziali ottenne il primo posto davanti a Marine Le Pen e a Macron.
I due 'profili' che ha in mente Macron per il nuovo premier
Intanto, è partita la caccia al nome del nuovo premier che il presidente Macron dovrà indicare lunedì prossimo. Il neopresidente centrista ed europeista ha confidato di avere le idee chiare e, pur tenendo le carte coperte, in alcune interviste durante la campagna elettorale ha detto di avere in mente due profili per palazzo Matignon "uno maschile e uno femminile". Osservatori e retroscenisti si sono scatenati, cercando di individuare l'identikit sulla base delle affermazioni dello stesso Macron, che a ripetizione ha parlato di "rinnovamento di persone e di pratiche politiche".
Secondo gli opinionisti il candidato dovrà essere una persona all'altezza degli impegni presi dal presidente in campagna elettorale, di fiducia di Macron, politicamente ed economicamente preparato e in grado grado di guidare la futura maggioranza in Parlamento.I 9 possibili candidati premier
- L'esponente centrista Francois Bayrou, tenace sostenitore di Macron con l'handicap però di essere un volto già noto
- Il segretario del movimento En marche! durante la campagna elettorale, Richard Ferrand
- Il sindaco di Lione, Gerard Collomb, socialista che ha sostenuto la candidatura dell'ex ministro dell'Economia di Hollande
- Il ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian, anche lui socialista.
- Il radicale di sinistra Jean-Louis Borloo
- L'economista già collaboratore di Jacques Delors, Pascal Lamy
- Il sindaco di Le Havre, Edouard Philippe, repubblicano che ha appoggiato Macron ed è sostenuto da un uomo di peso come Alain Juppè
- L'ex ministro gollista con de Villepin e Fillon, Xavier Bertrand
- L'ex ministro dell'Economia di Chirac, Thierry Breton, anch'egli gollista
Le 3 possibili candidate
- L'evergreen Segolene Royal, prima donna nel 2007 ad andare al ballottaggio alle presidenziali contro Sarkozy
- L'attuale presidente del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde
- L'eurodeputata centrista Sylvie Goulard, schieratasi fin dall'inizio al fianco di Macron.
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