Nuova torta in faccia per Bernard Henry-Levy. Il filosofo francese, noto per essersi schierato a favore degli interventi militari in Iugoslavia e in Libia, è stato aggredito il 10 maggio con una torta alla crema durante una presentazione del suo ultimo documentario, "Peshmerga", a Belgrado.
Colpito in faccia, ha continuato a parlare e dibattere come se niente fosse successo. Ma ha dovuto interrompersi quando un giovane è salito sul palco con uno striscione che recitava “Bernard Levy appoggia gli assassini imperialisti”, e con accanto il logo del SKOJ, la Lega dei Comunisti Iugoslavi. Subito dopo, una breve e blanda colluttazione con un altro ragazzo.
Le altre torte in faccia a Levy
L’intellettuale è stato già preso a torte in faccia per ben 7 volte dal comico belga Noel Godin. La prima volta nel 1985, l’ultima nel 2015, quando fu aiutato da una complice.
Nel 1985 reagì con grande violenza e minacciando l'aggressore. Nel 2015 invece si è limitato ad esclamare: "Questa storia sta cominciando a diventare stancante".
Godin ha una consolidata fama di “tortiere”: famoso anche l’assalto a Bill Gates nel 1998.
Chi è Bernard-Henri Levy?
Bernard-Henri Levy è un filosofo di fama mondiale, fondatore della scuola di pensiero Nouvelle Philosophie. Nel 1999 si schierò a favore dell’intervento Nato in Iugoslavia, e nel 2011 sostenne Sarkozy nella sua scelta di bombardare la Libia. Più di recente, ha contrastato l’atteggiamento russo verso l’Ucraina e sostenuto un possibile intervento in Siria. Sono queste posizioni che hanno provocato la contestazione.
Si è invece schierato contro l'intervento in Iraq nel 2003 e a favore dell'attuale resistenza curda contro l'Isis, alla quale è dedicata il documentario "Peshmerga", uscito nel 2016.
Nel 2006 ha anche firmato una lettera che, in seguito alle manifestazioni del mondo islamico contro delle caricature su Maometto pubblicate su una rivista svedese, dichiarava l’islamismo un totalitarismo pericoloso quanto il fascismo, il nazismo e lo stalinismo. L’appello fu lanciato dal settimanale francese Charlie Hebdo e ripreso in Italia da Libero.