Un operaio metalmeccanico della Ford, due trozkysti, diversi sovranisti 'antieuro' con tendenze complottiste, quasi tutti politici di lungo corso. Sono undici i candidati ai nastri di partenza per le elezioni presidenziali in Francia del 23 aprile e 7 maggio, uno in più dell'ultima tornata del 2012.
Per i 'piccoli' è un puro esercizio di rappresentanza
Ma mentre quattro di loro si stanno giocando sul filo di lana la possibilità di accedere al ballottaggio e di giocarsi all'ultimo voto la conquista dell'Eliseo, per gli altri si tratta di un puro esercizio di rappresentanza.
I candidati minori sono Nathalie Arthaud (Lotta Operaia), Francois Asselineau (Unione popolare repubblicana), Jacques Cheminade (Solidarietà e progresso), Nicolas Dupont-Aignan (Debut la France), Jean Lassalle (Resistons!) e Philippe Poutou (Nuovo partito anticapitalista).
Gli ultimi tre a raggiungere sul filo di lana il numero minimo di 'parrainages', poco prima della scadenza dei termini, sono stati Poutou, Cheminade e Lassalle che si sono aggiunti agli 8 big che già avevano ampiamente ottenuto le firme.
Mentre si sa quasi tutto sui principali candidati (Francois Fillon, Emmanuel Macron, Marine Le Pen, Jean-Luc Melenchon e Benoit Hamon) poco si conosce delle candidature minori, anche se spesso si tratta di politici noti ai francesi visto che per alcuni di loro non si tratta della prima campagna elettorale.
E' il caso di Nathalie Arthaud: candidata di Lotta Operaia, 47 anni, insegnante di economia, già portavoce della storica leader troskysta Arlette Laguiller, corre per la seconda campagna presidenziale dopo quella del 2012 in cui aveva ottenuto lo 0,56%. E' stata anche candidata al Parlamento europeo e alle legislative francesi.
La destra sovranista non è solo Front National. A sorpresa infatti, è riuscito a ottenere le 500 firme il candidato sovranista Francois Asselineau, 59enne leader di Unione popolare repubblicana, un tempo vicino alla destra di Charles Pasqua. Ex 'enarca', molto critico con l'Unione europea, il suo cavallo di battaglia è la 'Frexit', l'uscita della Francia dalla Ue.
Il 75enne Jacques Cheminade di 'Solidarietà e Progresso' è forse il più naif dei candidati della destra 'antisistema'. Propone non solo l'uscita di Parigi dalla Ue, dalla Nato, l'addio all'euro e il ritorno al franco. Ma ritiene che la Ue sia un complotto ordito dalla Cia per favorire gli americani, e propone la colonizzazione della Luna. E' un veterano delle presidenziali francesi, essendosi già candidato nel 1981, nel 1988, nel 1995 e nel 2012 senza mai andare oltre lo 0,25%. Ci ha provato anche nel 2002 e nel 2007 ma non è riuscito a raggiungere il minimo di appoggi per la candidatura.
Di destra sovranista, ma decisamente più moderato, è Nicolas Dupont-Aignan. Già vicino a Nicolas Sarkozy, si è allontanato dall'ex presidente della Repubblica nel 2007 alla vigilia della candidatura di 'Sarko' alle presidenziali, per fondare il suo partito. Ha 57 anni, anche lui ex studente dell'Ena, è candidato all'Eliseo per la terza volta.
Il metalmeccanico Jean Lassale di 'Resistons!' è un ex compagno di strada di Francois Bayrou, il centrista che ha dato il suo appoggio a Emmanuel Macron. Sindaco di un piccolo villaggio dei Pirenei francesi, Lourdios-Ichère, è noto per aver fatto uno sciopero della fame di 39 giorni per protestare contro la delocalizzazione di una fabbrica dalla sua cittadina a una località che si trovava 65 km più lontano.
Philippe Patou, infine, leader del partito anticapitalista, ha raggiunto il numero di firme sul filo di lana. Operaio metalmeccanico alla Ford, Potou aveva già provato a candidarsi nel 2012, ma aveva raccolto solo 411 'parrainages' su 500. Militante di sinistra da lungo corso, ha iniziato la sua carriera in Lotta Operaia, poi è passato alla Lega comunista rivoluzionaria che ha cambiato nome in Nuovo partito anticapitalista nel 2009.