E' il sogno di molti politici italiani, soprattutto quando sono insediati a Palazzo Chigi, ma al momento resiste e prospera nel suo splendido isolamento, senza trovare emulatori che non siano i paesi del Commonwealth. E' il Sistema Westminster, quell'insieme di regole spesso non scritte (a partire dalla Costituzione) che da secoli regola la democrazia britannica. E che ha portato un primo ministro, Theresa May, a decidere con mossa improvvisa, il 18 aprile, lo scioglimento del Parlamento.
La figura del premier
La Regina, in Gran Bretagna, regna ma non governa. A tenere le redini del potere ben strette in mano è l'inquilino del Numero 10 di Downing Street. O dell'inquilina, come nel caso della May e di Margaret Thatcher. La quale a sua volta fece la stessa mossa, mandando a casa il Parlamento per incassare, con nuove elezioni, i dividendi della vittoriosa Guerra delle Falklands. Si preparava a spezzare le reni ai minatori; la sua emula sogna lo stesso tipo di mandato, per regolare i conti questa volta con l'Ue. Il fatto è che la stessa figura del Premier non è mai stata istituzionalizzata. Non esiste alcuna disposizione che determini ufficialmente il suo ruolo. E' consuetudine che la guida del governo venga affidata la leader del partito uscito vincente dalle elezioni, e che la fiducia all'esecutivo debba intendersi come "presuntivamente concessa". La Thatcher, ad esempio, non venne sfiduciata dal Parlamento agli inizi degli anni '90, ma dovette cedere il posto per una vera e propria congiura di palazzo ordita da Michael Heseltine e John Major, suoi compagni di partito.
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I poteri del Primo Ministro
La centralità dei poteri del premier, garantita da quei documenti che compongono le "Royal Prerogatives", si vede tutta al momento di mandare a casa la Camera dei Comuni. Del resto al Primo Ministro compete il potere di nominare in assoluta autonomia i membri del Gabinetto, i quali possono essere sostituiti in ogni momento, nonché i vertici dell'amministrazione statale dei servizi d'intelligence e delle Forze Armate unitamente alle massime cariche religiose anglicane.
Ma per quanto riguarda il potere di scioglimento della Camera dei Comuni bisogna dire che il tempo ha portato a qualche controbilanciamento. Dal 2011, dopo l'approvazione del "Parliamentary Act", si procede ad elezioni anticipate solo nel caso in cui la Camera dei Comuni voti, con la maggioranza dei due terzi dei suoi membri, la propria dissoluzione oppure qualora venga approvata una mozione di sfiducia all'esecutivo e nei successivi quattordici giorni non ne venga accordata un'altra ad un nuovo Governo. Quello che però rafforza considerevolmente l'azione del Premier è il fatto che la quasi totalità delle leggi è di iniziativa governativa, di modo che, essendo i parlamentari del suo partito tenuti ad approvare quanto deciso dal Governo per disciplina interna, il Primo Ministro vede concentrate nelle sue mani le funzioni esecutive-legislative e di leader di partito. Una cosa che piace anche a molti politici italiani.
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