Cresce la preoccupazione degli europei per l'immigrazione dai Paesi musulmani. A essere favorevoli a un blocco di tali flussi è il 55% delle persone coinvolte in un sondaggio di Chatham House, condotto su 10 mila cittadini di 10 Stati membri dell'Unione Europea. Le percentuali mostrano oscillazioni importanti a seconda della nazione. In Italia, ad esempio, secondo l'istituto è il 51% degli intervistati a dirsi d'accordo con la proposizione "Tutta l'ulteriore immigrazione dai Paesi a maggioranza islamica dovrebbe essere fermata", mentre il 23% si dice in disaccordo e il 26% afferma di non avere un'opinione. Tra i dieci Stati presi in considerazione, l'Italia è comunque uno dei più tolleranti. Quote inferiori di popolazione favorevoli a un 'muslim ban' generalizzato si trovano in Spagna (41%) e nel Regno Unito (47%). A guidare la classifica è invece la Polonia dove, nonostante il basso numero di immigrati, il 71% dei cittadini si schiera per un blocco. Seguono l'Austria (65%), l'Ungheria (64%), il Belgio (64%) e la Francia (61%), due Paesi questi ultimi, sottolinea Chatham House, dove i recenti attentati jihadisti avrebbero contribuito al mutato atteggiamento dell'opinione pubblica. Lievemente sotto la media il dato sulla Germania, un altro Paese colpito di recente dal terrorismo islamico, dove a voler fermare l'immigrazione dalle aree musulmane è il 53% degli intervistati.
Andando a scorporare il campione per sesso, età e fascia di educazione, emerge poi che il maggior numero di persone favorevoli a un "muslim ban" europeo sono i più anziani (il 63% contro il 44% degli under 30), gli uomini (il 57% contro il 52% delle donne) e i cittadini con un titolo di studio inferiore al diploma (59%). Guardando invece alla localizzazione geografica, la percentuale di contrari a ulteriori flussi dai Paesi della Mezzaluna è superiore nelle aree rurali (58%) e inferiore nelle grandi città (52%). Il sondaggio è stato effettuato prima dell'ordine esecutivo con il quale il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha sospeso gli ingressi dei cittadini da sette Paesi considerati a rischio in virtù dell'insufficiente rapporto di scambio di dati tra le loro intelligence e quella di Washington.
Tanta diffidenza, però, è legata solo in parte al rischio di terrorismo. Contano anche le condizioni economiche: a essere più ostili contro gli stranieri in generale sono sempre le persone che vivono in condizioni economiche più difficili e temono una concorrenza al ribasso sul mercato del lavoro. "L'opposizione è inoltre più prevalente tra gli elettori "lasciati indietro", con oltre due terzi di coloro che sentono di non avere controllo sulle proprie vite sostengono l'affermazione", sottolinea Chatham House, "allo stesso modo, il 65% di quegli europei che sono insoddisfatti della loro vita si oppongono a un'ulteriore immigrazione dai Paesi musulmani. C'è anche qualche prova che l'opposizione dell'opinione pubblica è trasversale agli schieramenti politici: tre quarti di coloro che si dicono di destra e oltre un terzo di coloro che si considerano di sinistra sono favorevoli a un blocco". Ad alimentare il cosiddetto populismo, insomma, è soprattutto il progressivo arretramento della classe media occidentale.