Papa Francesco si mostra prudente all'inizio della presidenza di Donald Trump. "Vedremo che cosa succede. Spaventarsi o rallegrarsi ora sarebbe una grande imprudenza, sarebbe essere profeti di calamità o di benessere che potranno non verificarsi. Vedremo che cosa farà, e lo valuteremo", ha osservato il pontefice, in un'intervista al quotidiano spagnolo El Pais.
Ma nella lunga conversazione avuta venerdì nella Casa Santa Marta, in Vaticano - un'ora e un quarto e sul tavolo i temi più caldi dell'attualità a cominciare dal fenomeno migratorio - aggiunge una valutazione di ordine generale: "Nei momenti di crisi, non funziona il discernimento" e i popoli cercano "salvatori" che restituiscano loro l'identità "con muri e fili spinati".
"Hitler - ha aggiunto - fu votato dal suo popolo e poi lo distrusse. Questo è il pericolo: cercare un salvatore che ci restituisca l'identità e difenderci con muri dagli altri popoli".
Il pontefice aggiunge che "il peggior male della Chiesa è il clericalismo: quando il pastore si trasforma in funzionario"; e con i migranti, invita "prima a salvarli, poi ad accoglierli nel miglior modo possibile, quindi integrarli". Ma "il fatto che il Mediterraneo si sia trasformato in un cimitero ci deve far pensare". Infine, un particolare della sua vita privata: "Non vedo la televisione: Dio me lo ha chiesto il 16 luglio del '90 e ho fatto questa promessa".