Cosa sappiamo del killer del Reina di Istanbul
Cosa sappiamo del killer del Reina di Istanbul
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Sempre secondo il sito web del quotidiano Hurriyet l'attentatore sarebbe anche stato in Siria, per poi rientrare in Turchia. Pochi giorni prima della strage l'uomo era a Konya, nel centro della Turchia, prima di raggiungere Istanbul il 29 dicembre, come confermato dalla moglie del ricercato che ha ribadito di non conoscere le tendenze jihadiste del marito e i legami con l'Isis. Le ultime immagini che lo ritraggono nell'autostazione della città dell'Anatolia Centrale nel momento in cui si stava dirigendo a Istanbul per portare a termine il suo piano sono proprio del 29 dicembre.

Le dinamiche dell'attacco

La sera di Capodanno l'attentao al reina club di Istanbul ha causato la morte di 39 persone e il ferimento di altre 65. Circa 120 dei 180 colpi esplosi sulla folla sono stati sparati dalla postazione del dj, dopo il lancio di una granata stordente. La polizia intanto sta indagando su eventuali complici all'interno del locale, in considerazione del fatto che l'assassino conosceva le tre uscite riservate al personale, circostanza che ne ha facilitato la fuga.
Una maxi operazione è stata condotta dall'antiterrorismo nel popoloso quartiere di Zeytinburnu, alla periferia di Istanbul. Un area con più di 2 milioni di abitanti, dove le comunità di uiguri e centroasiatici sono numerose; da qui si ritiene che il terrorista abbia preso un taxi, la notte di Capodanno. Gia' l'attentato all'aeroporto Ataturk di Istanbul, in cui lo scorso 28 giugno hanno perso la vita almeno 45 persone, era stato realizzato da un commando di tre uomini, un uzbeko, un kirghizo e un daghestano di passaporto russo.

L'equivoco sull'identità del killer

Il 3 gennaio ha fatto il giro del mondo la notizia, poi smentita, che l'autore del massacro di Capodanno fosse stato un kirghiso di 28 anni. Ma Iahke Mashrapov, interrogato dalla polizia, è risultato estraneo alla strage. Il suo passaporto ha girato per ore sui social network. L'uomo era stato arrestato e poi rilasciato a Bishek, capitale dello stato centroasiatico, e ha dichiarato alla stampa "non sapere nulla dell'attentato", mostrando i timbri sul passaporto che ne certificavano il rientro in patria da Istanbul, dove però l'uomo era giunto varie ore dopo la strage della discoteca. Una visita dettata da motivi di lavoro, ha assicurato alla polizia del proprio Paese, per poi aggiungere che anche la polizia turca ha effettuato un riscontro prima dell'imbarco, facendolo attendere più di un'ora prima di consentirgli di prendere l'aereo.Iahke Mashrapov è un commerciante di Bishek, ed è stato arrestato dai servizi di sicurezza kirghizi in considerazione del fatto che il suo profilo poteva rispondere alle caratteristiche del ricercato. Tuttavia i caratteri morfologici risultano diversi dal volto dell'assassino così come appaiono dalle nitide immagini condivise sul web. A certificare l'estraneità di Iakhe Mashrapov all'attentato è stato il capo dei servizi di sicurezza del Kirghizistan, Rakhat Sulaymanov, al termine dell'interrogatorio cui lo stesso Mashrapov è stato sottoposto al rientro in patria dalla Turchia in aereo. Parlando alla Bbc, Sulaymanov ha spiegato che l'uomo non c'entra con l'attacco alla discoteca. La foto che compare sul passaporto di Mashrapov, secondo il responsabile della sicurezza della repubblica ex sovietica ha solo una vaga somiglianza con il sospetto attentatore, ripreso dalle telecamere di sorveglianza. L'indagine sarebbe stata avviata autonomamente, giacché le autorità turche non avrebbero preso alcun contatto con quelle kirghise, tanto meno le avrebbero avvertite dell'ipotetico coinvolgimento di Mashrapov nella strage perché lo fermassero non appena giunto a Bishkek.

Il primo attentato rivendicato dall'Isis in Turchia

E' la prima volta che l'Isis rivendica un attentato in Turchia, il che fa pensare che lo Stato Islamico abbia dichiarato apertamente guerra al Paese. Nella rivendicazione, diffusa dall'agenzia di Daesh, Amaq, l'Isis minaccia altri attacchi in Turchia. Che il gruppo jihadista definisce "apostata" e "serva dei crociati". Il riferimento è molto probabilmente alle recenti nuove alleanze del presidente Recep Erdogan (a cominciare da quella con la Russia) e all'accordo per il cessate-il-fuoco in Siria.

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