Roma – Il regista Roman Polanski non sarà estradato negli Stati Uniti. Caso chiuso, almeno in Polonia. Lo ha deciso la Suprema Corte di Cracovia rigettando la richiesta di appello di Washington di trasferire negli Stati Uniti il regista polacco naturalizzato francese, ora 83enne, accusato di aver violentato nel 1977 a Los Angeles la modella Samantha Geimer, allora tredicenne. Ricercato negli Stati Uniti da quasi 40 anni, il Premio Oscar per “Il Pianista” rischierebbe due anni di carcere.
Dalla notte dello stupro al no della Polonia, tutte le tappe della vicenda.
Il fatto
Nel marzo del 1977, Polanski viene accusato a Los Angeles di di aver stuprato, sotto stupefacenti, Samantha Geimer, modella tredicenne figlia di una conduttrice televisiva. A fare da sfondo alla vicenda che perseguiterà entrambi per tutta la vita, la villa sulle colline di Hollywood di Jack Nicholson, partito per un settimana bianca in Colorado. Il 10 marzo Roman Polanski passò a prendere Samantha in auto, spiegherà in seguito la donna nell’autobiografia intitolata “The Girl: Emerging from the Shadow of Roman Polanski”, pubblicata nel 2013. “Mi disse che voleva sottopormi a un servizio fotografico per Vogue Francia” . Lei non indossava il reggiseno, aveva un fisico ancora acerbo e un’innocenza che la portò a fare tutto ciò che le venne chiesto: nella villa, si tolse i vestiti, bevve champagne, prese delle pillole, ed entrò nella Jacuzzi. “Ad un certo punto chiesi di tornare a casa, ma mi fu negato, non volevo fare sesso”. Ma era troppo tardi.
Dall’accusa alla fuga
Il Tribunale di Los Angeles accusa Polanski di sei capi d'imputazione, tra cui perversione e sodomia. Entrambi gli avvocati delle due parti concordano sul patteggiamento, in parte per proteggere la vittima ancora minorenne altrimenti esposta a un caso mediatico. L’accusa viene ridotta al solo capo di rapporto sessuale extramatrimoniale con persona minorenne, del quale Polański si dichiara colpevole. Per il giudice non c'è stata alcuna violenza sessuale, Polanski ha ‘solo’ approfittato di una minorenne, compiendo un atto sessuale non lecito, ma non uno stupro. Dopo soli 42 giorni su 90 di prigionia nel reparto psichiatrico del carcere di massima sicurezza di Chino, Polanski viene rilasciato anticipatamente con una valutazione che consiglia una pena detentiva con la condizionale, quindi senza più detenzione. Quando appare chiaro che il giudice non avrebbe accolto la proposta, il regista fugge prima a Londra e poi a Parigi per evitare l'estradizione da parte del Regno Unito.
Il mandato di cattura internazionale
Nel 2005 Polanski viene inserito nella lista rossa (Red Notice) delle persone ricercate dall'Interpol.
L’arresto a Zurigo e il rilascio
Il mandato di cattura fa scattare le manette ai polsi del regista il 26 settembre 2009: Polanski viene arrestato all’aeroporto di Zurigo, città in cui si era recato per ricevere un premio alla carriera. Dopo due mesi di prigionia il tribunale di Bellinzona accoglie un ricorso di Polanski, commutando la detenzione in carcere in arresto domiciliare con una cauzione di 4,5 milioni di franchi svizzeri.
Le richieste di estradizione
Nel frattempo, gli Stati Uniti fanno preventivamente richiesta formale di estradizione. Richiesta che viene negata dalle autorità elvetiche il 12 luglio, in considerazione di un vizio di forma. Il 30 ottobre 2015 è la Polonia a rispondere picche agli Stati Uniti, la Corte di Cracovia ritiene che il regista abbia già ammesso le sue colpe e scontato la pena. Non solo: in California il premio Oscar non riceverebbe un trattamento giusto e una reclusione umana.
Il sollievo di Samantha
“Polanski si è dichiarato colpevole ed è andato in galera, non capisco cos’altro vogliano da lui” osserva Samantha Geimer in un ‘intervista alla Cnbc, dopo la sentenza di Cracovia dell'ottobre del 2015. “Mi sento sollevata. Lui e la sua famiglia meritano di lasciarsi questa brutta storia alle spalle”. Poi l’affondo: “Le autorità statunitensi stanno strumentalizzando questa vicenda per coprire la loro cattiva condotta”.
I sostenitori illustri di Polanski
A seguito dell’arresto a Zurigo uno stuolo di attori, politici e intellettuali manifestano la loro solidarietà al regista. Tra i più ‘attivi’:
- Isabelle Adjani
- Paul Auster
- Louis Garrel
- Isabelle Huppert
- Milan Kundera
- Bernard-Henri Lévy
- Salman Rushdie
- Jean-Pierre Thiollet
- Elsa Zylberstein
- Frédéric Mitterrand
- Radosław Sikorski
- Woody Allen
- Pedro Almodóvar
- Martin Scorsese
- Luc Besson
- Donald Tusk
Per approfondire:
Roman Polanski Extradition Request Rejected by Poland’s Supreme Court
Samantha Geimer on Roman Polanski: 'We email a little bit'
Roman Polanski's Victim Samantha Geimer Reacts to Extradition Ruling
@SoniaMontrella