Bruxelles - Il presidente socialdemocratico del Parlamento europeo, Martin Schulz, lascerà le sue funzioni a Bruxelles per tornare alla politica tedesca e potrebbe sfidare Angela Merkel per il cancellierato nelle legislative del prossimo anno.
Nel corso della lunga carriera politica nelle istituzioni europee resta indimenticabile lo scontro del 2003 con l'allora presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi che gli disse che avrebbe potuto interpretare il ruolo di "kapò" in un film sui campi di concentramento tedeschi.
I will not seek a new mandate as @EP_President and will continue to defend #EU project from national politics pic.twitter.com/i2lxwxwGU8
— EP President (@EP_President) 24 novembre 2016
Martin Schulz vs Silvio Berlusconi
Il 2 luglio 2003 a Strasburgo, durante la seduta del Parlamento europeo, ci fu un duro scontro verbale tra Martin Schulz e Silvio Berlusconi, che in quel giorno si insediava come presidente di turno del Consiglio dell'Unione europea.
Le accuse
Schulz nel suo intervento accusò Berlusconi di conflitto di interessi e sottolineò che godeva dell'immunità parlamentare solo a causa di ritardi procedurali addebitabili all'ex presidente del Parlamento europeo Nicole Fontaine. Criticò anche il quoziente intellettivo di alcuni suoi ministri tra cui Umberto Bossi. Poi chiese cosa Berlusconi intendesse fare per accelerare la creazione di una procura europea e l'introduzione del mandato di arresto europeo.
In quell'occasione altri parlamentari europei mostrarono dissenso verso Silvio Berlusconi, alcuni si alzarono dai loro posti mostrando cartelloni con la scritta "La legge è uguale per tutti" in diverse lingue.
Il botta e risposta tra Schulz e Berlusconi
Berlusconi: "Se questa è la forma di democrazia che intendete usare per chiudere la bocca al Presidente del Consiglio europeo, vi posso dire che dovreste venire come turisti in Italia, perché qui sembrate turisti della democrazia". "Signor Schulz, so che in Italia c'è un produttore che sta montando un film sui campi di concentramento nazisti: la suggerirò per il ruolo di Kapò. Lei è perfetto!".
Schulz: "Il rispetto delle vittime del fascismo e del nazismo mi impediscono di commentare le sue parole. Mi chiedo se chi è capace di dire certe cose, può essere in grado di svolgere una funzione pubblica".
Berlusconi: "Non ritiro quanto detto. Il signor Schulz mi ha offeso gravemente sul piano personale e con un tono non ammissibile. Io sono stato ironico, se non capite l'ironia mi dispiace", ha detto l'ex premier italiano al capogruppo Pse Enrique Baron che gli chiedeva di ritirare i suoi commenti su Martin Shultz. "Non ritiro quanto ho detto, con ironia, se Shulz non ritira le offese personali: lui ha parlato con cattiveria".
Chi è Martin Schulz
Martin Schulz, 61 anni tra un mese, ha iniziato ad occuparsi di politica a 19 quando nel 1974 si iscrisse allla SPD, il partito Socialdemocratico tedesco, nel 1991 fu nominato membro del consiglio nazionale del partito e ne fece parte fino al 1999 quando entrò nell'ufficio di presidenza e nel direttivo federale.
Nel 1994 fu eletto per la prima volta deputato al Parlamento Europeo. Fu coordinatore del gruppo PSE (Partito Socialista Europeo) nella sottocommissione per i diritti dell'uomo (1994 - 1996) e nella commissione per le libertà civili e gli affari interni (1996 - 2000). Alle elezioni europee del 1999 fu capolista della SPD.
Dal 2000 al 2004 fu presidente della delegazione dei socialdemocratici tedeschi al Parlamento europeo. Nel 2002 fu primo vicepresidente dell'intero gruppo parlamentare socialista al Parlamento europeo e nel 2004 ne divenne presidente.
Nel 2012 Schulz è stato eletto presidente del Parlamento europeo ed è stato riconfermato il primo luglio 2014.
L'addio all'Europa per la politica nazionale tedesca
Dopo oltre vent'anni al Parlamento europeo (di cui gli ultimi 6 come presidente), Martin Schulz lascerà l'anno prossimo l'impegno europeo per dedicarsi alla politica nazionale. Si candiderà alle prossime elezioni per il rinnovo del Bundestag,il parlamento federale tedesco, e - anche se non ha ancora confermato di voler essere il contendente socialdemocratico di Angela Merkel per il cancellierato - è sicuramente uno dei possibili candidati. ll dibattito interno per la leadership nel partito non è chiuso affatto. La corsa tra i socialdemocratici è aperta con almeno altri due candidati di peso oltre a Schulz: l'attuale presidente del partito, Sigmar Gabriel, che è anche ministro dell'Economia e vicecancelliere nel presente governo di Grosse Koalition, e il sindaco-governatore di Amburgo, Olaf Scholz. Secondo fonti dell'Spd, la direzione del partito non farà la sua scelta finale sulla candidatura fino a gennaio.
Intanto, quando nel prossimo febbraio l'attuale ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier diventerà presidente della Repubblica federale, proprio Schulz potrebbe succedergli come capo della diplomazia tedesca.
Il dopo Schulz: 6 nomi in corsa per il Ppe
Almeno sei i nomi del gruppo del Partito Popolare Europeo (Ppe) per la successione allo scranno più alto del Parlamento europeo.
- Alain Lamassoure, conservatore francese, è in pole position. La sua candidatura è stata la prima a essere ufficializzata, subito dopo l'annuncio di Schulz a farsi da parte. Lamassoure è stato il capo-negoziatore del Parlamento europeo per il bilancio pluriennale dell'Ue (Mff): considerato un attento conoscitore dell'Unione europea e politico di esperienza, è la prima scelta del Ppe.
- L'irlandese Mairead McGuiness (Fine Gael) è il secondo nome nella lista dei possibili successori di Martin Schulz: politicamente è l'espressione di un Paese che ha superato la crisi, ed è uno dei 14 vicepresidente del Parlamento Ue.
- Antonio Tajani, attuale vicepresidente vicario del Parlamento è il terzo nome in corsa: secondo il think tank Votewatch l'italiano potrebbe essere il nome in grado di attrarre i consensi degli altri gruppi parlamentari principali (socialdemocratici e i liberali dell'Alde).
- L'austriaco Othmar Karas (Ovp) non dispiace ai tedeschi.
- Alojz Peterle, sloveno, difensore del rigore. Può rappresentare l'espressione non nordeuropea della politica comune.
- Gunnar Okmark, lo svedese del Partito moderato a dispetto del nome, è uno strenuo difensore dell'austerità e per questo gradito all'ala più rigorista del Ppe.
Ci sarebbe poi il nome dello stesso Manfred Weber, attuale capogruppo Ppe in Parlamento: non ha ancora confermato di voler correre, ma neppure smentito apertamente. La possibilità che possa provare a rimpiazzare Schulz non è da escludere. Non è però da escludere un accordo tra i partiti per l'identificazione di altri nomi, magari anche di altri schieramenti. Guy Verhofstadt, capogruppo dei liberali Alde e negoziatore capo del Parlamento per la Brexit, è un altro nome attorno a cui prende corpo l'ipotesi di un possibile tentativo di proposta per la presidenza del Parlamento.
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