di Francesca Venturi
Bruxelles - Il piano di azione globale per la sicurezza e la difesa approvato oggi dai ministri degli Esteri e della Difesa dell'Unione europea rappresenta il primo passo per rilanciare la cooperazione fra i Paesi europei in un momento particolarmente difficile per gli equilibri mondiali. E' un progetto di cui si parla da anni, ma che è sempre stato bloccato dall'opposizione di alcuni Paesi, in particolare il Regno Unito, che lo considerava pleonastico rispetto alla Nato.
A COSA SERVE E PERCHE' NON E' UN DOPPIONE DELLA NATO
L'obiettivo è oggi quello di creare nuove capacità europee per far fronte ai pericoli legati al terrorismo islamista e alle guerre in corso nei paesi vicini ai confine Ue. Come ha spiegato la sua principale promotrice, l'alto rappresentante per la politica estera Ue Federica Mogherini, al termine della riunione congiunta, "non si tratta di creare un esercito comune, non ce l'ha neanche la Nato, e neanche di difendere il territorio europeo: per questo c'è la Nato". Si tratta invece di utilizzare tutti quegli strumenti già previsti dai trattati e finora non ritenuti necessari nel campo della sicurezza.
COME FUNZIONERA'
Nel documento approvato oggi, in particolare, si prevede l'attuazione della cooperazione rafforzata permanente fra alcuni Paesi, che si decide a maggioranza qualificata, per la realizzazione di specifici impegni su sicurezza e difesa: entro la primavera dell'anno prossimo, la stessa Mogherini avrà il compito di presentare proposte dettagliate, con tanto di modalità e contenuti, per realizzare un rapporto annuale coordinato sulla difesa, che a sua volta sarà la base per la cooperazione fra i paesi anche nell'industria della difesa. Inoltre, si elaboreranno, partendo da quanto previsto dai trattati vigenti, nuovi strumenti di intervento rapido ed efficace nei teatri di crisi internazionale attraverso operazioni militari o civili.
I BATTLEGROUPS, 1.500 UOMINI IN CAMPO IN 10 GIORNI
Uno degli strumenti esistenti da una decina di anni ma mai finora utilizzato è quello dei "battlegroups", i gruppi tattici fino a un massimo di 1.500 militari che i paesi possono rendere operativi in una decina di giorni. Inoltre, il piano prevede un'ottimizzazione delle spese militari, che attualmente sono per l'80% nazionali, mettendo in comune le risorse. Su questo si e' espresso molto favorevolmente Roberta Pinotti, ministro della Difesa, che ha pero' ricordato che l'Italia avrebbe avuto ambizioni maggiori sulla difesa comune. "E' un piccolo passo avanti nella direzione giusta, ma forse non ampio come sarebbe stato necessario", ha detto a Bruxelles il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.