Niamey - Agadez è la seconda città del Niger, un tempo porta del deserto per migliaia di pellegrini e viaggiatori diretti a La Mecca. Nota fino a qualche anno fa anche come tappa della Parigi-Dakar, è invece ora 'la mecca' dei trafficanti di esseri umani, il principale centro di smistamento di migranti in Africa, e forse nel mondo, una sorta di girone dantesco.
Gran parte dei migranti, il 70-80% arrivano dall'Africa centrale, ma una fetta proviene invece dal Corno d'Africa, passando da Sudan e Ciad. Questo enorme flusso di disperati ha abbattuto l'economia di una città che viveva di turismo, ma allo stesso tempo ha costruito una vera e propria economia parallela. Da Agadez partono infatti decine e decine di pick up, ognuno con 20 migranti a bordo, per attraversare i circa 800 chilometri da percorrere per raggiungere la frontiera libica: ogni viaggio porta nelle tasche dei trafficanti l'equivalente di circa 4.000 euro, 200 per ogni passeggero. Circa il 90% dei 160.000 migranti sbarcati in Italia quest'anno sono arrivati dalla Libia. Di questi, circa l'80% è arrivata dal Niger, più o meno 120.000 persone. Ammesso che i disperati riescano ad arrivare in Libia, imbarcarsi su una carretta del mare diretta in Italia non è un affare di un paio di giorni. Il più delle volte i migranti devono lavorare per guadagnare in Libia i soldi per la nuova traversata. Alcuni vi restano uno, due, anche tre anni prima di ripartire e sfidare la morte in mare. Altri, stremati dagli abusi (soprattutto le donne) dagli stenti, spesso dal carcere, decidono di tornare indietro. Ad accoglierli in Niger c'è un centro gestito dall'Onu, aperto con un finanziamento dell'Italia tramite l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e sostenuto economicamente anche da altri Paesi europei. Il centro può ospitare un migliaio di persone al giorno ma è quasi sempre sovraffollato. Qui i migranti sono rifocillati, rimessi in sesto, assistiti. E qui si agevola il rimpatrio nei Paesi di origine.