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Berlino - Dure proteste i tutta Europa per l'arresto in Turchia dei due leader del partito filo-curdo Hdp e di 11 deputati. In Germania, dove gli immigrati curdi hanno manifestato nelle principali città, il governo tedesco ha convocato l'ambasciatore turco. Il ministro degli Esteri, Frank Walter Steinmeier, ha spiegato all'ambasciatore turco che "il diritto di Ankara a fronteggiare la minaccia del terrorismo non giustifica il bavaglio o il carcere per l'opposizione".
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Fonti di Palazzo Chigi hanno riferito che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sta seguendo con grande preoccupazione gli eventi delle ultime ore in Turchia. Le stesse fonti ritengono inaccettabile il possibile uso politico della nuova legislazione sull'immunità parlamentare, che ha
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consentito l'arresto del leader e dei parlamentari dell'Hdp.
Condanna anche dall'Europa: in una dichiarazione congiunta con il Commissario Ue Johannes Hahn, l'Alto rappresentante, Federica Mogherini, ha detto che gli arresti dei parlamentari Hdp "compromettono la democrazia parlamentare ed acuiscono le tensioni". Nella nota si spiega che
sono "legittime" le azioni di Ankara contro il Pkk, "considerata un'organizzazione terroristica anche dalla Ue", ma queste azioni - ha aggiunto - "non devono minare la democrazia". "La Turchia deve salvaguardare la sua democrazia parlamentare, incluso il rispetto per i diritti umani e per lo Stato di diritto. I deputati Hdp sono stati eletti democraticamente e sono nostri interlocutori".
Il premier turco, Binali Yildirim, ha commentato l'arresto dei parlamentari filo-curdi dell'Hdp, definito "un provvedimento preso nei limiti della legge". "La Turchia è uno stato di diritto, nessuno può sottrarsi alla legge. Da quando è caduta l'immunità parlamentare, 154 deputati sono stati chiamati a deporre. Solo i rappresentanti dell'Hdp si sono sottratti, ritenendosi al di sopra della legge. Il provvedimento di oggi pone rimedio al loro rifiuto di riconoscere il primato del diritto". Alle proteste dell'opposizione, il premier ha poi risposto affermando che "politica e terrorismo non devono essere confusi". "Con la fine dell'immunità parlamentare, anche chi è stato eletto può essere colpito da provvedimenti della magistratura, qualora incoraggi o faccia propaganda o offra sostegno al terrorismo", ha continuato Yildirim. Quanto al blocco dei social media, il premier si è limitato a definirlo "una misura di sicurezza, applicata in maniera preventiva".
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