di Eugenio Buzzetti
Pechino - Rafforzare il potere e riaffermare la lotta alla corruzione. Sono i due obiettivi principali del sesto plenum del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, cominciato oggi e che durerà fino al 27 ottobre. La vita interna del partito sarà al centro di due documenti principali che verranno esaminati dai 376 dirigenti politici, tra membri ordinari e non ordinari, del Comitato Centrale, il centro del potere cinese. Tra le attese per l'assemblea plenaria c'è un comunicato sulla lotta alla corruzione, giunta quasi al termine del quarto anno di vita (già oggi più lunga di altre iniziative simili intraprese in passato) e diventata uno dei segni caratteristici della leadership del presidente Xi Jinping sul partito e sullo Stato.
"L'ampiezza della campagna ha messo paura a molti", spiega all'Agi Jean Philippe Beja, direttore di ricerca emerito presso il Centre National de la Ricerche Scientifique di Parigi. "Ci sono conseguenze positive, come l'appoggio popolare, ma anche un aspetto negativo: prima l'immagine era quella di un partito molto corrotto, mentre ora, attaccando i funzionari a tutti i livelli, la lotta alla corruzione può indebolire Xi Jinping, perchè è molto difficile rimanere al vertice senza alleati. Il risultato è che ci sono molti quadri che fanno resistenza passiva, perché chi fa qualcosa corre il rischio di essere indagato per corruzione. Molti quadri preferiscono non prendere iniziative, il che ha anche conseguenze sullo sviluppo dell'economia".
Sul piano del rafforzamento della leadership, Xi ha anche altri obiettivi. Il presidente cinese si è già espresso a inizio ottobre sul ruolo guida del partito nelle imprese di Stato. Per Xi Jinping, il partito rappresenta "la radice e l'anima" degli stessi colossi statali, che rappresentano "una forza su cui il partito e lo Stato possono fare affidamento" per l'attuazione delle decisioni prese livello centrale. A livello politico, invece, Xi punta ad aumentare il proprio ruolo all'interno del partito. "Xi potrebbe essere formalmente dichiarato il "nucleo" della leadership", ovvero il leader più importante della quinta generazione di dirigenti politici, che guiderà il Paese fino al 2022, spiega all'Agi Willy Wo-lap Lam, docente presso il Center for China Studies e il dipartimento di Storia della Chinese University di Hong Kong. Tra i possibili sviluppi del plenum ci sono anche novità che potrebbero aprire nuovi scenari al momento della successione al vertice, il prossimo anno, continua Lam. "Ci potrebbero essere anche nuove regole che aboliscono il pensionamento a 68 anni per i membri del Comitato Permanente del Politburo", il massimo organo decisionale del Pcc, una regola che permetterebbe l'estensione a un secondo mandato per alcuni dirigenti che altrimenti sarebbero destinati alla pensione dopo il prossimo Congresso del partito. "Questo permetterebbe la permanenza nel Comitato Permanente del Politburo al vicepremier cinese Wang Qishan che compirà 69 anni nel 2017". Oggi Wang è anche il potentissimo capo della Commissione Disciplinare che indaga sui funzionari corrotti. Il plenum, secondo gli osservatori, potrebbe dare anche alcune indicazioni sulla successione al vertice del partito, che verrà formalizzata il prossimo anno.
Cinque degli attuali sette membri del Comitato Permanente, stando alle regole attuali, dovranno lasciare il posto per sopraggiunti limiti di età: alcuni nomi di possibili candidati al vertice circolano già in via informale, ma prima dell'avvicendamento, Xi dovrà concentrarsi su alcuni aspetti della vita politica del Pcc, proprio a partire dal plenum che comincia oggi. "Riunificare il partito, istituzionalizzare e regolarizzare la lotta contro la corruzione e salvare le imprese statali che possono essere salvate, senza espandere il ruolo del mercato e delle imprese private, anche se Xi avrà bisogno di fare affidamento proprio su queste ultime per stimolare la crescita", sono gli obiettivi da raggiungere per mantenere la leadership del partito sui gangli vitali dello Stato spiegati all'Agi da Jean-Pierre Cabestan, direttore del Dipartimento di Studi internazionali della Hong Kong Baptist University.
Tra le stanze del Jinxi Hotel di Pechino, dove si riuniscono a porte chiuse i leader, una cosa sembra certa, secondo Su Wei, professore alla Scuola del Partito di Chongqing, che ha parlato al quotidiano Global Times. Le decisioni di questi giorni "delineeranno la strategia complessiva del Comitato Centrale del partito per guidare la Cina" in futuro. (AGI)