di Massimo Maugeri
Roma - I venti di Guerra Fredda tra Russia e Usa soffiano sempre più violenti. Il confronto tra Mosca e Washington si fa di giorno in giorno più ruvido, le tensioni investono ormai tutte le principali questioni dell'agenda globale, dalla Siria all'Ucraina, fino allo scontro di queste ore sui 'cyber attacchi' che secondo il governo americano i servizi russi avrebbero sferrato contro il Partito Democratico per influenzare le elezioni presidenziali.
Un portavoce del presidente Usa Barack Obama, parlando con i cronisti a bordo dell'Air Force One, ha detto che la Casa Bianca non esclude di intraprendere una risposta "proporzionata" agli attacchi informatici che secondo Washington sarebbero stati messi in atto dalla Russia per interferire nelle elezioni dell'8 novembre.
La risposta del presidente russo, Vladimir Putin, attesa per tutto il fine settimana, è arrivata oggi, molto netta: secondo il capo del Cremlino, la reazione "nervosa" degli Usa alla pubblicazione delle informazioni ottenute dagli hacker ha lo scopo di "distrarre" l'opinione pubblica dai contenuti di quelle stesse rivelazioni. "E' iniziata un'isteria per la quale la pubblicazione delle mail sarebbe nell'interesse della Russia", ma "lì non c'è nulla che sia di nostro interesse", ha detto Putin.
Oggi "è molto difficile dialogare con l'amministrazione statunitense, praticamente non c'è dialogo, ma la responsabilità non è nostra", ha aggiunto. Venerdì scorso la Casa Bianca aveva accusato ufficialmente il Cremlino di essere coinvolto nella serie di attacchi informatici che avevano portato alla pubblicazione di oltre 20 mila email del Comitato Nazionale del Partito Democratico. Un misterioso 'Guccifer 2.0' aveva fatto filtrare i documenti del Comitato che erano stati poi pubblicati dai siti Wikileaks e DCLeaks. "Il presidente ha a disposizione una serie di risposte e terrà in considerazione una risposta che sia proporzionata", ha detto il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest. Obama "ha già parlato in vare occasioni sulla significativa capacità degli Stati Uniti di difendere sia il nostro sistema informatico interno che di lanciare operazioni offensive in altri paesi", ha aggiunto il portavoce.
In un comunicato del Dipartimento di sicurezza nazionale di venerdì scorso, il governo Usa aveva per la prima volta accusato Mosca di essere responsabile degli attacchi di pirateria informatica, considerato che "solo i più alti funzionari del governo russo" avrebbero potuto autorizzare i cyber-attacchi.
La candidata democratica alla Casa Bianca, Hillary Clinton, a luglio scorso, aveva accusato direttamente il Cremlino degli attacchi informatici condotti contro il Comitato nazionale del suo partito, con cui erano state svelate le stategie interne per indebolire Bernie Sanders, uno dei candidati alla presidenza, durante le primarie Democratiche. Ma la guerra dei file rubati non è l'unico fronte aperto tra Mosca e Washington, la Siria resta uno dei nodi più controversi. Dopo il mancato incontro di ieri con il presidente francese Francois Hollande, Putin ha negato che Mosca abbia alcuna responsabilità per i bombardamenti sulla città siriana di Aleppo e ha attaccato frontalmente Parigi, con un esplicito riferimento a Washington.
La Russia è pronta a lavorare sulla Siria con tutti i partner, tra cui la Francia, ha detto, "ma non capisco come si possa essere asserviti agli interessi politici internazionali e persino interni degli Stati Uniti". Il Cremlino ha anche risposto alle parole del ministro degli Esteri britannico Boris Johnson, che ieri aveva invocato proteste pacifiste davanti all'ambasciata russa per via delle operazioni militari di Mosca ad Aleppo. "Il ministro del Regno Unito è a conoscenza della convenzione di Vienna e degli obblighi della Gran Bretagna di assumersi la responsabilità della sicurezza alle sedi diplomatiche russe nel suo territorio", ha detto il portavoce di Putin. In serata, il Cremlino e l'Eliseo hanno fatto trapelare la notizia di un colloquio a tre tra Putin, Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel sulla Siria e l'Ucraina. Le frasi di circostanza riferite dagli entourage lasciano intendere che le posizioni restano distanti e il clima resta freddo. Uno spiraglio di dialogo tuttavia potrebbe aprirsi questo fine settimana. Domenica a Londra è prevista la seconda riunione internazionale chiamata a trovare una soluzione alla crisi siriana. Ma soprattutto il giorno prima a Losanna, in Svizzera, si vedranno il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov e il segretario di Stato Usa John Kerry. (AGI)