Cresce l'apprensione nei Caraibi per l'arrivo dell'uragano Matthew, il piu' potente ciclone dell'ultimo decennio, che oggi dovrebbe raggiungere Haiti e la Giamaica. Quindi Cuba. In Giamaica e sulla costa meridionale di Haiti è scattata l'allerta (entrambi gli aeroporti dell'isola sono chiusi), così come nelle province orientali di Cuba. Ieri il presidente Raul Castro si e' recato a Santiago de Cuba per supervisionare personalmente i preparativi per far fronte alla tempesta. E intanto l'esercito americano ha ordinato l'evacuazione obbligatoria dalla base di Guantanamo di tutto il personale non essenziale e delle loro famiglie. Nella base, che ospita il famigerato Camp X-Ray per sospettati di reati di terrorismo, rimangono al momento appena 61 detenuti e vivono quasi 6mila persone.
Alla mezzanotte italiana l'uragano si trovava a 435 chilometri a sud-est di Kingston, in Giamaica, con venti al suo interno che hanno toccato i 230 chilometri orari. Matthew si muove lentamente in direzione Nord, a circa 7 km/h, e punta dritto il comparto occidentale di Haiti. Le sue raffiche di vento potenzialmente potrebbero abbattere case e linee elettriche e le sue piogge torrenziali provocare frane e inondazioni.
Il potente uragano si e' comunque indebolito nelle ultime ore alla categoria 4 dopo che venerdi' era salito al massimo di 5 nella scala Saffir-Simpson, e dovrebbe scatenarsi con piogge torrenziali, raffiche di vento e mareggiate sulla Giamaica e Haiti intorno a mezzogiorno ora italiana. Ad Haiti, il paese più povero della zona, quasi mille persone che vivono nella parte meridionale dell'isola sono state evacuate. Qui il livello di allerta già ieri era passato da arancione a rosso, la massima. Il Centro americano di sorveglianza degli uragani (Nhc) prevede che sull'isola cadranno dai 38 ai 63 centimetri di pioggia, con picchi di un metro. Sull'isola i rifugi temporanei hanno già accolto 600 sfollati; i centri di accoglienza aperti sono circa 1.300, abbastanza per ospitare 340.000 persone. (AGI)