Roma - Faccia a faccia a Ginevra tra il segretario di Stato Usa John Kerry e il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. Sul tavolo una tregua per consentire la distribuzione degli aiuti umanitari, dopo la disponibilita' data da Mosca a uno stop di 48 ore ai combattimenti ad Aleppo. A Deraya, sobborgo di Damasco in mano ai ribelli e assediato dalle forze di Damasco, e' cominciata intanto l'evacuazione dimigliaia di civili intrappolati e allo stremo dopo l'accordo tra il regime e le diverse fazioni di rivoluzionari che operano nella zona. Ma Lavrov e Kerry discutono anche la possibilita' di un accordo sul coordinamento delle operazioni militari di contrasto all'Isis, che da mercoledi' vede impegnate anche sul terreno le forze turche. Ankara oggi ha inviato altri 4 carri armati a Jarabulus, liberata dall'Isis mercoledi' grazie all'offensiva a sostegno dei ribelli siriani moderati e la copertura aerea della coalizione internazionale. Mentre l'esercito turco continua nell'operazione di pulizia della zona dagli jihadisti, sono arrivate le critiche dell'Iran, alleato di ferro di Bashar al-Assad: un portavoce del ministero degli Esteri, senza citare la Turchia, con cui Teheran ha ottimi scambi economici, ha ricordato che le operazioni anti-terrorismo sul suolo siriano vanno condotte con il permesso di Damasco e devono rispettare la sovranita' della Siria. Per ora e' stato rinviato un incontro annunciato per oggi a Ankara tra il capo dell'esercito turco Hulusi Akar e il suo omologo russo Valery Gerasimov, al fine di realizzare un maggiore coordinamento tra gli eserciti e l'intelligence di Ankara e Mosca, sia nella lotta all'Isis che nella gestione della crisi siriana. Oggi in Turchia due attacchi del Pkk almeno 13 morti e 78 feriti. Il premier turco Binali Yidirim si e' scagliato contro i media occidentali, smentendo che l'operazione militare turca in Siria, oltre che colpire l'Isis, voglia anche contrastare i curdi che stanno guadagnando terreno nel nord della Siria. Emerge intanto l'esistenza di colloqui segreti tra Damasco e Ankara, acerrimo nemico di Bashar al-Assad, per riallacciare le relazioni bilaterali. L'ex direttore di una unita' dell'intelligence dell'esercito turco, Ismail Hakki Pekin, ha rivelato di aver partecipato nelle vesti mediatore a cinque incontri, due nel 2015 e tre quest'anno. La Turchia, dall'inizio della crisi siriana ha appoggiato i gruppi ribelli armati che combattono il regime. Ma dopo la pace tra Erdogan e Putin e con i numerosi interessi in gioco gli scenari sono in rapido mutamento. (AGI)