New York - A distanza di quasi 6 anni e dopo aver costantemente respinto ogni accusa le Nazioni Unite hanno alla fine riconosciuto che l'epidemia di colera, scoppiata ad Haiti ad ottobre del 2010 e che uccise 10.000 persone - aggravando ulteriormente la situazione dopo il devastante terremoto di magnitudo 7 che il 12 gennaio investi' l'isola uccidendo 230.000 persone - è stata colpa dei caschi blu nepalesi inviati dall'Onu. L'epidemia scoppiò proprio nelle vicinanze della base dei caschi blu nepalesi ad Haiti, dove il colera non era presente.
Ad ammettere le reponsabilità dell'Onu - ancora in modo ufficioso, è attesa a breve la pubblicazione di un rapporto - è stato il vice portavoce del segretario generale Ban Ki-moon, Farhan Haq che ha promesso "nuovi interventi" per rispondere alla crisi. Nel rapporto si legge che l'epidemia "non sarebbe scoppiata se non fossero intervenute le Nazioni Unite" riferisce il New York Times, che ha anticipato il contenuto del rapporto.
Il primo caso di colera si manifestò a ottobre del 2010 sulle rive del fiume Artibonite vicino alla base dei casci blu nepalesi nella citta di Mirebalais. In ogni caso, oltre alla soddisfazione personale, quando il rapporto sarà reso ufficiale, difficilmente i parenti delle vittime otterranno alcuna soddisfazione. Tutte le corti statunitensi (l'Onu ha sede a New York) in cui sono stati presentato ricorsi, li hanno respinti per l'immunità diplomatica di cui gode l'Onu. La cosa grave è che la situazione non è destinata a migliorare. A quasi sei anni dall'inizio della epidemia si sono registrati 21.000 casi e 200 morti nei primi sei mesi di quest'anno. (AGI)