Bruxelles - Puntava a un cugino dei fratelli Ibrahim e Khalid El Bakrauoi, entrambi tra i kamikaze rimasti uccisi il 22 marzo scorso negli attentati all'aeroporto e alla metropolitana di Bruxelles, l'ennesima operazione anti-terrorismo su vasta scala condotta due notti fa nella capitale belga dalle forze di sicurezza: lo riferiscono i quotidiani 'La Capitale' e 'Het Nieuwsblad', secondo cui il vero obiettivo della retata era appunto Oussama Atar, 32 anni, origini marocchine ma con doppia nazionalita', gia' residente nel sobborgo di Anderlecht.
Ex combattente in Siria, nel 2003 fu arrestato dalle guardie di frontiera in Iraq, dove era entrato senza un passaporto valido. Condannato nel 2004 a dieci anni di reclusione, transito' poi per diverse carceri gestite dalle truppe americane, dal famigerato Abu Ghraib fino allo sterminato Camp Bucca, dove avrebbe conosciuto il futuro leader dei jihadisti delllo Stato Islamico, l'auto-proclamato 'califfo nero' Abu Bakr al-Baghdadi. Atar sarebbe infine riuscito a rientrare in Belgio grazie a una campagna di mobilitazione a suo favore lanciata dalla famiglia, che ne denuncio' le precarie condizioni di salute. Tuttora ricercato, descritto come "armato e pericoloso", sarebbe in fuga verso la Francia. La retata ha peraltro di fatto condotto soltanto a tre fermi: quelli di Asma A. E di Malika B., rispettivamente sorella e madre di Atar, e di un non meglio identificato Wassime A. Tutti sono stati rilasciati nel giro di meno di 24 ore. Le numerose perquisizioni effettuate non hanno permesso di recuperare ne' armi ne' esplosivi. In carcere dal 18 giugno scorso si trovano altri due congiunti dei Bakraoui, uno zio e un altro cugino: Moustapha e Jawad Benhattal, di 40 e 29 anni. (AGI)