Tripoli - Le forze militari vicine al governo di unità nazionale libico del premier Fayez al Serraj hanno annunciato di aver conquistato il quartier generale di Isis a Sirte, che stanno progressivamente liberando dalle sacche di resistenza delle forze del sedicente califfo Abu Bakr al Baghdadi.
A spianare il terreno sono stati i bombardamenti Usa. Sono stati 28 i raid compiuti dai caccia americani nella roccaforte dell'Isis in Libia, in otto giorni: una media di oltre 3 bombardamenti al giorno dal primo all'8 agosto. è l'ultimo aggiornamento dell'operazione Odyssey Lightning pubblicato dal comando militare Usa per l'Africa (Africom), secondo cui raid sono effettuati da AV-8B Harrierdecollati dalla nave d'assalto anfibia Uss Wasp nel MarMediterraneo.
Serraj all'Italia "Isis pericolo anche per voi, aiutateci"
Secondo il Washington Post, uomini delle forze speciali americane stanno già aiutando in maniera diretta e sul terreno, a Sirte, gli alleati libici man mano che si intensifica l'offensiva contro le postazioni jihadiste. Secondo il quotidiano, un piccolo gruppo di forze speciali statunitensi e britanniche lavora insieme con le forze leali al governo provvisorio libico per raccogliere informazioni di intelligence e coordinare gli attacchi aerei statunitensi. Personale statunitense e britannico è stato visto a Sorte in diverse occasioni; e gli americani hanno stabilito un centro operativo alle porte di Sirte.
La presenza di forze speciali Sas (Special Air Service) contro l'Isis era già nota: l'esercito di Sua Maestà starebbero peraltro cambiando le sorti del conflitto utilizzando un nuovo prototipo di arma noto come "il punitore", un lanciagranate statunitense XM25 dotato di telemetro laserche consente di sparare granate da 25 millimetri cheesplodono a mezz'aria o in prossimità del bersaglio, fino aun chilometro di distanza. L'Italia, insieme a Germania, Usa, Francia, Regno Unito e Spagna, è preoccupata per la situazione in cui si trova il terminal petrolifero di Zuetina, sotto attacco di fazioni rivali che ne minacciano l'attività; e ha chiesto insieme agli altri 5 Paesi firmatari della dichiarazione congiunta, che il controllo di tutte le installazioni petrolifere libiche ritorni in mano al governo di unità nazionale, "senza condizioni, riserve, nè rinvii". (AGI)