Roma - I giudici italiani "si occupino della mafia, e non di mio figlio": con queste parole il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, se la prende con i magistrati italiani che hanno aperto un'inchiesta nei confronti del figlio, Bilal. E mette in guardia che la vicenda giudiziaria potrebbe "mettere a rischio i rapporti con l'Italia. Intervistato da Rai News 24, il presidente turco ha ricordato che il figlio, "se tornasse in Italia potrebbe essere arrestato, perche' c'e' un'inchiesta aperta nei suoi confronti". "Perche'? Non c'e' una risposta. E quando chiedi non ti rispondono. Mio figlio dovrebbe tornare a Bologna per terminare il dottorato. In quella citta' mi chiamano dittatore e fanno cortei per il Pkk. Perche' non intervengono? E' questo lo stato di diritto? La sua vicenda potrebbe mettere in difficolta' persino le nostre relazioni con l'Italia. Mio figlio e' un uomo brillante e viene accusato di riciclaggio di denaro. Che si occupino di mafia in Italia e non di mio figlio".
Provocazioni che Matteo Renzi rispedisce al mittente: "in Italia c'e' una magistratura autonoma e indipendente che agisce secondo le leggi e che combatte tutte le forme di illegalita'" dichiara il presidente del consiglio,"i giudici italiani rispondono alla Costituzione italiana e non al presidente turco. Chiamiamo questo sistema 'Stato di Diritto' e en siamo orgoglioso". (AGI)