Parigi - Si chiamava Abdel Malik P., aveva 19 anni al pari del suo complice Adel Kermiche ed era originario della Savoia, non della Normandia, come era invece stato riferito in un primo momento. Secondo la stampa francese, anche lui era schedato dalla polizia.
Fonti investigative in via riservata hanno riferito che il giovane non ha subito condanne e pertanto, pur essendo già noto agli inquirenti, questi ultimi non dispongono di sue impronte digitali o del Dna, e ciò "sta ritardandone l'identificazione formale". Le generalità del secondo aggressore risulterebbero comunque da un documento, una "carta d'identità" ritrovata durante la perquisizione nella casa di famiglia di Kermiche a Rouen.
Kermiche soffriva di disturbi psichici fin dall'infanzia ed era costantemente seguito da psicologi fin dall'età di 6 anni. A 12 anni fu espulso da scuola per "disturbi comportamentali". Durante l'adolescenza ha continuato a essere periodicamente ricoverato in ospedale per problemi mentali, e in un'occasione fu internato per quindici giorni in un reparto psichiatrico. La miscela di traumi pregressi, presa di coscienza, desiderio di riscatto, oltre alla garanzia rappresentata dall'aiuto familiare, convinsero il magistrato a concedere al presunto ex aspirante jihadista una possibilità di riscatto: ecco perchè dallo scorso marzo la carcerazione fu sostituita dalla libertà vigilata, seppure con l'obbligo d'indossare un bracciale elettronico per la localizzazione.
In un video, diffuso da Amaq l'agenzia del gruppo jihadista, viene mostrato il momento in cui i due attentatori avevano giurato fedeltà all'Isis. Nel filmato si vedono i due giovani, presentati come l'autori dell'attacco, accanto a una bandiera dell'Isis. Uno dei due recita in arabo il testo tradizionale di fedeltà "all'emiro dei credenti" Abu Bakr al-Baghdadi.
La tensione in Francia resta alta e 10.000 militari in più saranno impiegati per la vigilanza sullo svolgimento dei grandi eventi, complessivamente 56, previsti sul territorio nazionale entro le fine dell'estate: salirà così a circa 23.500 il totale degli effettivi, tra soldati, poliziotti, gendarmi e riservisti, impiegati nella cosiddetta operazione 'Sentinellè di sorveglianza contro la criminalità e soprattutto il terrorismo. Il rapporto dell'ispettorato generale della polizia francese, ordinato dal ministro dell'Interno Bernard Cazeneuve dopo le polemiche sulle presunte falle della sicurezza la sera del 14 luglio a Nizza, giorno dell'attentato che causò 84 morti, tra cui 6 italiani, ha concluso che il dispositivo di sicurezza era "adeguato all'evento e non sottodimensionato", ossia il numero di poliziotti impiegati era giusto. La direttrice dell'organismo, Marie-France Moneger-Guyomarc'h, ha comunicato che quella sera erano impegnati 64 agenti della polizia nazionale e 42 della polizia municipale e ha definito "il risultato di un semplice malinteso e dell'interpretazione dell'informazione".
La tensione resta alta anche in Germania. Un 15enne è stato arrestato a Ludwigsburg, nel sud-ovest del Paese. A casa aveva munizioni, coltelli, piante della sua scuola e prodotti chimici e istruzioni per la fabbricazione di esplosivi. Il 15enne aveva pubblicato foto e disegni che facevano pensare a un possibile attacco". Secondo la polizia il ragazzino ha confessato di aver pensato ad un attacco dopo essere stato vittima di bullismo, ma ha assicurato di aver già desistito. Il giovane è stato ricoverato in un centro psichiatrico. Il Washington Post ha invece riferito che Mohammed Deleel, il 27enne rifugiato siriano che si è fatto saltare in aria a Ansbach era un autentico combattente dell'Isis, aveva contatti regolari con il gruppo jihadista e ha ideato e organizzato da solo l'attacco. Il settimanale dell'Isis Al-Nabaa ha pubblicato un necrologio del giovane, un riconoscimento riservato alle figure di spicco. La rivelazione contrasta con le informazioni date dalla polizia tedesca, secondo la quale la radicalizzazione di Deleel è stata influenzata dalla propaganda del gruppo. (AGI)