Baghdad - E' stato un bagno di sangue l'attentato con autobomba, rivendicato dall'Isis, in un affollato quartiere commerciale di Baghdad. Sono morte almeno 125 persone, tra le quali decine di donne e bambini, che erano in strada per gli acquisti per la festa di conclusione del Ramadan.
Al momento dell'esplosione la strada, in un quartiere prevalentemente sciita, era gremita di persone.
L'esplosione è stata la più mortifera nella capitale irachena dall'inizio dell'anno e ha causato almeno 140 feriti. Il premier iracheno, Haider al-Abadi, che si era recato sul posto per visitare la zona dell'attentato e' stato contestato dalla folla infuriata. Gli attentati arrivano a una manciata di giorni dalla riconquista irachena di Falluja, sottratta al controllo dell'Isis, che ha rivendicato l'attacco suicida a Karrada. (AGI)
Si tratta del peggior bilancio di vittime per la capitale irachena dall'11 maggio scorso, quando almeno 88 persone rimasero uccise in tre diversi attentati di matrice jihadista. Secondo la missione di assistenza delle Nazioni Unite in Iraq (Unami), il numero delle vittime di episodi di violenza e attentati relativo al mese di giugno e' di 662 persone, mentre i feriti ammontano a 1.457. Il dato mostra un calo rispetto al mese di maggio che si e' concluso con un totale di 867 morti e 1.459 feriti, ma ad esso occorre aggiungere le vittime dei combattimenti per la liberazione della città di Fallujah, nella provincia di al Anbar, non presenti nel rapporto.
Dai dati di giugno Baghdad si presenta come il governatorato dove e' stato registrato il maggior numero di vittime, con 236 morti e 742 feriti, seguito da Ninive con 56 morti e da Salah al Din dove sono rimaste uccise 24 persone. Altri governatorati che hanno registrato vittime sono quello di Kirkuk con 20 morti e 11 feriti, Diyala con 21 morti e otto feriti e infine Karbala con otto morti e 18 feriti. Secondo le informazioni inviate all'Unami dal Dipartimento per la salute di al Anbar, i morti registrati nel governatorato sono 15, mentre i feriti sono almeno 342.
L'inviato speciale Onu per l'Iraq, Jan Kubis, ha espresso rammarico per il proseguimento di attacchi e violenze contro i civili anche nel mese sacro del Ramadan. "Avevamo sperato in un periodo di calma durante il Ramadan, un mese di pace e compassione, ma purtroppo la violenza ha continuato a farsi sentire sui civili", ha sottolineato nel comunicato di presentazione del rapporto. (AGI)