Madrid - Dopo le elezioni che hanno confermato la leadership del suo Partito Popolare ma senza risolvere lo stallo politico nel Paese, il premier spagnolo Mariano Rajoy ha rivendicato il "diritto a governare" e si e' detto disposto a "parlare con tutto il mondo". Dalla sede del Pp, che ha conquistato 137 dei 350 seggi del Congresso dei Deputati, il premier in pectore ha affermato che "abbiamo vinto le elezioni" e che l'obiettivo del suo partito e' "difendere la Spagna". Il Pp, pur senza avere in numeri per governare neanche in caso di alleanza con Ciudadanos, esce rinforzato dal voto di ieri ma Madrid, da sei mesi senza governo e con lo spettro di un vuoto altrettanto lungo, si trova ora di fronte alla richiesta di una grande coalizione proveniente da gran parte della comunita' internazionale, e considerato che la maggioranza degli spagnoli non vuole andare alle urne per la terza volta in un anno.
A sei mesi dal voto che mise in stallo la politica, la Spagna non è riuscita a disegnare una maggioranza netta: il Partito popolare si conferma primo ma senza maggioranza, pur se rafforzato da 14 deputati in più, davanti ai socialisti di Psoe, Podemos e Ciudadanos. La temuta o sperata marea dei partiti anti-sistema non c'è stata. Gli exit poll avevano illuso il partito viola di Pablo Iglesias di poter superare i socialisti e guidare un governo di sinistra ma dai dati reali è emerso che lo scenario più plausibile è la Gran Coalicion Pp-Psoe.Invece Podemos, alleato con Izquierda Unida, si ferma a 71 seggi, lo stesso risultato delle elezioni del 20 dicembre scorso.
Il Pp di Rajoy si rafforza: guadagna 14 deputati, a quota 138 su 350, con il 33% dei voti. A farne le spese è il partito moderato anti-establishment Ciudadanos, che è sceso da 40 a 32 seggi e al 12,9%. I socialisti si fermano al 22,8%, in leggera flessione a 85 deputati contro i 90 che avevano. Finora il leader socialista Pedro Sanchez ha escluso di allearsi con i popolari, ma potrebbe essere l'unico scenario possibile anche perchè Psoe e Podemos non arrivano insieme alla maggioranza assoluta le minoranze, come i nazionalisti baschi del Pnv (5 seggi) o gli indipendentisti catalani di Cdc e Erc (17 deputati). Sanchez è di fronte a un dilemma: alleandosi con i popolari il Psoe rischia di venirne schiacciato e di fare la fine del Pasok in Grecia, scomparso dalla scena politica. Ma con la formazione di Pablo Iglesias c'è l'incompatibilità sulla Catalogna, visto che il Psoe respinge il referendum sull'indipendenza che trova disponibile Podemos. (AGI)