Bruxelles - "Alla fine non e' male quest'arbitro, no?!" Nel giorno della massima allerta terrorismo la vera preoccupazione per la popolazione della capitale belga e' Belgio-Irlanda. Poco importa che ci possa essere qualcuno di pericoloso a piede libero, e per di piu' a casa propria. Ci sono state maxi perquisizioni in sedici delle diciannove municipalita' che costituiscono la citta', ma si pensa a tutt'altro. Oggi l'unico vero pericolo e' quello di non riuscire a qualificarsi agli ottavi di finale dell'europeo di calcio. I bruxellesi non pensano che a questo, e alla voglia di una normalita' venuta a mancare il 22 marzo, con gli attacchi all'aeroporto di Zaventem e alla stazione della metro di Maelbeek. Il clima di allerta si percepisce solo dagli elicotteri, dalla presenza massiccia di polizia e militari a Rogier, unico punto con un maxi-schermo montato appositamente per gli europei, e dai controlli per accedere all'area pubblica dove viene trasmesso l'incontro. "Permette una domanda?" "No guardi, ora c'e' la partita". I pochi presenti, una sessantina circa, non vogliono sentire parlare che di "foot", come si chiama il calcio da queste parti.
Poche persone in giro, qualcuna di piu' in metropolitana. Bruxelles e' una citta' pressoche' fantasma. Ma non perche' sotto assedio. E' il giugno autunnale carico di vento e pioggia a condizionare vita e programmi dei residenti. E poi c'e' Belgio-Irlanda. Il divieto di allestire maxischermi risalte a marzo, a subito dopo gli attacchi terroristici. Un ordine esteso anche per i grandi schermi fissi, quelli che danni diffondono ininterrottamente messaggi pubblicitari. A Place Flagey niente Belgio, solo il consueto mercato del sabato. I belgi di Bruxelles sono rimasti chi a casa chi nei bar. I meno calciofili hanno fatto shopping. L'ordine di chiudere i centri commerciali non e' arrivato, cosi' come non e' stata disposta la sospensione dei servizi di trasporti pubblico. "Su ordine della polizia" sono stati chiusi molti punti di accesso nelle stazioni della metro ritenute piu' sensibili. Il clima di ordinaria routine e' scandito dai clacson e dai caroselli seguiti alla vittoria della nazionale belga. Per un attimo si e' pure intravisto un spiraglio di sole. Davanti la Bourse si sono raccolti tifosi belga in festa. Balletti e sventoli di sciarpe e bandiere al ritmo di "tous ensemble, tous ensemble", il motto che accompagna le partite dei diavoli rossi. "Oggi e' andata bene", dice uno dei tanti tifosi. Il terrorismo? Oggi contano solo Lukaku, Witsel e il 3-0 rifilato all'Irlanda. Non si poteva rischiare l'eliminazione. (AGI)