Mosca - Il Forum economico di San Pietroburgo (Spief), con la visita del premier Matteo Renzi e la presenza di una folta delegazione di alto profilo del business italiano, "non sara' un punto di arrivo, ma di partenza per sostenere una sempre maggiore e qualificata presenza delle nostre imprese in questo paese". A parlare e' l'ambasciatore a Mosca Cesare Maria Ragaglini, che in un'intervista ad AGI ha anticipato che nella ex capitale degli zar si attende la firma di "una serie di accordi e memorandum di carattere industriale" nei settori su cui sara' concentrata la nostra partecipazione: meccanica-alta tecnologia, energia, agro-industria, infrastrutture e finanza. "Abbiamo grosse collaborazioni che, in queste settimane, si stanno sviluppando tra aziende italiane e russe anche statali. - ha aggiunto - Leonardo-Finmeccanica ha in discussione il contratto con Rosneft per la fornitura di 160 elicotteri (AW 189)", assemblati in Russia nella joint-ventre tra la controllata AgustaWestland e Russian Helicopters. "Abbiamo fatto passi in avanti, ma si tratta di un contratto complesso, ma dove la maggior parte dei problemi sono stati superati".Leonardo-Finmeccanica sara' tra le aziende protagoniste a San Pietroburgo e lo dimostra anche la sua sponsorizzazione del Padiglione Italia, realizzato dalla Associazione Conoscere Eurasia, in collaborazione con l'ambasciata. Finmeccanica, con la partecipazione al progetto Superjet 100 (SSJ100) - nella joint venture tra la controllata attraverso Alenia Aermacchi e la russa Sukhoi - e' portata dall'ambasciatore come esempio delle "collaborazioni particolarmente importanti e significative", con cui l'Italia arriva allo Spief. Il fatto che la societa' guidata da Mauro Moretti abbia ridotto la sua presenza finanziaria dal 25 al 5% nella joint-venture SuperJet International, per l'ambasciatore non e' un segnale di disimpegno: "Si tratta di una scelta finanziaria, ma la collaborazione tecnica, che e' la piu' importante, rimane intatta".
Il messaggio, che ambasciata e governo vogliono rilanciare dallo Spief, e' che mai come ora e' necessario fare "un salto di qualita' nella cooperazione economico-industriale" e cogliere le opportunita' offerte da questa fase dell'economia russa, tesa allo sviluppo del sistema produttivo nazionale, nel tentativo di smarcarsi dalla dipendenza dall'import. "La politica del governo russo di modernizzare la propria economia si sposa perfettamente con le nostre capacita' tecnologiche e il know-how che molte aziende italiane possiedono e, tenendo conto degli importanti incentivi che offrono il governo federale e quelli regionali, riteniamo che ci siano interessanti possibilita' di investimento", ha sottolineato il diplomatico, ricordando che l'ambasciata ha da poco redatto una "guida agli investimenti" proprio per indirizzare gli imprenditori interessati a questo mercato. A differenza di altri paesi europei, con un Dna piu' industriale e che "affrontano il mercato come sistema paese", il tessuto imprenditoriale italiano e' "caratterizzato da piccole e medie aziende con problemi finanziari a investire all'estero", ha fatto notare Ragaglini, consigliando cosi' alle Pmi di "associarsi" e proporsi ai partner russi coprendo una filiera produttiva completa, cosa per esempio realizzabile nel comparto dell'agroindustria. L'ambasciatore ha poi voluto ricordare che non solo la Russia, ma anche l'Italia mette a disposizione degli strumenti di aiuto alle imprese come quelli per il credito all'estero forniti da Sace, Simest e dai vari fondi d'investimento delle banche; "l'ambasciata rimane poi a disposizione per consigliare le imprese nella scelta del progetto, del partner e nei contatti con le autorita' locali, perche' la Russia richiede un approccio meditato".
Chi ha gia' sfruttato con successo la nuova realta', e' la societa' Termomeccanica Pompe, che a Chelyabinsk sugli Urali, in joint-venture con la russa Transneft e la Konar, ha realizzato uno stabilimento per la progettazione e la produzione di pompe per il trasporto del petrolio. "E' una joint-venture non solo particolarmente proficua, con ordini per centinaia di milioni di euro, ma che avra' anche degli altri sviluppi", ha spiegato l'ambasciatore, aggiungendo che "altre aziende italiane nei settori della meccanica, elettromeccanica, agroalimentare, farmaceutica e medico stanno gia' valutando investimenti in Russia". Le statistiche pero' sono impietose e la Russia ha registrato un -25% del totale dell'interscambio con il resto del mondo. "Si tratta di un dato su cui c'e' poco da fare, meglio concentrarci sul fatto che quest'anno abbiamo avuto una flessione del nostro export del 13% , che e' inferiore rispetto al dato dello stesso periodo del 2015 (21%), vuol dire che stiamo riguadagnando". "Ora si tratta di lavorare per mantenere le quote di mercato, ma questo oggi non si puo' piu' fare solo con l'esportazione", con il Cremlino che ha lanciato un'ambiziosa politica di import substitution in quasi tutti principali settori della sua economia, "Sono necessari investimenti e collaborazione industriale - ha concluso Ragaglini - altrimenti andremo ben al di sotto dei massimi livelli che avevamo raggiunto nel 2013". (AGI)