Si continua a morire nel Mar Mediterraneo. Un'imbarcazione con centinaia di migranti e' affondata al largo delle coste di Creta: secondo l'Oim, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, erano almeno 700 i migranti a bordo. Almeno quattro corpi sono gia' stati recuperati, 340 migranti sono gia' in salvo, ma centinaia mancano ancora all'appello.
E non e' tutto perche' il mare continua a restituire cadaveri: almeno 117 corpi senza vita sono stati trovati lungo un tratto di costa libica, vicino la localita' di Zuara, a 120km dalla capitale Tripoli. Le foto dei corpi riversi sul bagnasciuga o avvolti in sacchi bianchi gia' circolano.
La strage dei migranti, 700 morti in 3 naufragi
Le operazioni di ricerca a sud di Creta sono ancora in corso. L'imbarcazione, un peschereccio lunga 25 metri, era partita da Alessandria, secondo l'Oim, ed e' entrata in difficolta' giovedi' pomeriggio, a circa 85 chilometri a sud di Creta, in acque internazionali. L'allarme e' stata una barca di passaggio e la centrale operativa italiana ha registrato la richiesta di soccorso, attivando le procedure. Ma quando le navi sono arrivate in zona, il peschereccio era gia' in grave difficolta', affondato per meta'. Alle operazioni partecipano due barche della Guardia costiera greca, cinque natanti civili che si trovavano in zona, un elicottero Super Puma e un aereo. Non e' ancora chiaro se l'imbarcazione fosse diretta in Italia o avesse scelto la rotta per evitare le navi della Nato dispiegate piu' a Nord. E' il terzo salvataggio in mare sulla rotta che unisce Creta al nord Africa. Nei due precedenti casi e' certo che il destino finale fosse l'Italia. L'Oim ha accertato un incremento nella rotta del Mediterraneo centrale, verso l'Italia, mentre calano i transiti verso la Grecia.
Secondo gli ultimi dati Onu, 2.500 persone hanno tentato di arrivare in mare in Europa, senza arrivarvi, partendo su precarie condizioni dalla Libia, dalla Turchia o dal Nordafrica, da quando e' cominciato il 2016. Ma ora il dato va tristemente aggiornato.
Intanto la crisi comincia a creare forti tensioni nei campi profughi della Grecia, dove vengono stipati i migranti irregolari partiti dalla Turchia e che vi saranno rispediti in base all'accordo tra Bruxelles e Ankara. Tafferugli e scontri tra rifugiati di diversa nazionalita' nel campo profughi di Samos, nell'Egeo orientale, hanno causato il ferimento di almeno 15 migranti. La polizia ha fatto decine di arresti. Gli scontri sono la prova della rabbia che serpeggia su chi si vede negare l'agognato approdo quando ormai e' a un passo dall'Europa: dopo la firma dell'accordo Ue-Turchia c'e' una recrudescenza delle violenze, perche' i migranti e i rifugiati si sentono frustrati e minacciati.
(AGI)