Istanbul - "Le relazioni tra Turchia e Germania sono solide abbastanza da resistere a una diversa visione dei fatti del 1915". Con queste parole Steffen Seibert, portavoce della cancelliera tedesca Angela Merkel, ha ribadito la convinzione che il riconoscimento del genocidio armeno da parte del parlamento tedesco non possa intaccare "relazioni ampie e profonde" tra i due Paesi, compresi gli accordi relativi la gestione della crisi migratoria tra la Turchia e l'Unione Europea. Seibert si e' poi rivolto ai tre milioni e mezzo di cittadini tedeschi di origine turca, il disappunto dei quali "non pregiudica il loro essere una parte importante del nostro Paese".
Il portavoce della Merkel non ha voluto commentare la decisione di Ankara di richiamare in patria l'ambasciatore in Germania, aggiungendo tuttavia che "in un Paese dalla radicata cultura democratica dispute e opinioni contrastanti possono essere espresse in maniera pacifica". La decisione della Turchia era arrivata dopo il voto della 'camera bassa' del Parlamento tedesco che ha riconosciuto il genocidio armeno. Una definizione su cui Ankara si è sempre mostrata intransigente il termine "un errore storico", ritenendo l'utilizzo del termine genocidio "una strumentalizzazione politica di tragici eventi avvenuti durante la prima guerra mondiale". Secondo Yerevan, sono un milione e mezzo i morti del 1915, il triplo di quelli riconosciuti da Ankara. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha piu' volte auspicato la formazione di una commissione congiunta di storici turchi e armeni, mettendo a disposizione archivi e documenti per in maniera definitiva sulla strage di 101 anni fa. Secondo Erdogan "il lavoro degli storici non deve essere strumentalizzato dalla politica".
Sullo stato delle relazioni tra Germania e Turchia aveva concordato in mattinata anche il premier turco Binali Yildirim secondo cui nonostante la decisione del Bundestag abbia "danneggiato" le relazioni tra Ankara e Berlino e' escluso che i rapporti tra i due Paesi giungano a una rottura totale. Yildirim ha definito l'alleanza tra Turchia e Germania "troppo importante", escludendo quindi la possibilita' di "una rottura delle relazioni dovuta a un'unica decisione del Bundestag".
Di sicuro la tempistica del voto rende piu' tesi i rapoprti tra l'Ue e il prezioso alleato, con cui Bruxelles ha siglato lo scorso 18 marzo l'accordo per il respingimento degli immigrati irregolari in viaggio verso la Grecia in cambio dell'esenzione del visto per i cittadini turchi che vogliano recarsi nell'area Schengen. Ma a frenare la reazione di Ankara c'e' il fatto che la Germania costituisce il principale partner commerciale della Turchia; lo scambio commerciale tra i due Paesi ha toccato nel 2015 il picco di 35 miliardi di dollari, un dato di fronte al quale non e' escluso che Ankara possa smorzare la propria rabbia, anche in considerazione della crisi del turismo che attanaglia il Paese.
Intanto è insorta anche la stampa turca che non ha risparmiato attacchi e critiche alla Germania definendo i tedeschi "Nipoti di Hitler", "Amici dei terroristi", "Stupidi". Il giornale Sozcu ha scelto una svastica come sfondo per la figura di Angela Merkel con i baffi del Fuhrer. "La Turchia e' accusata di genocidio dai nipoti di Hitler" accusa senza mezzi termini uno dei quotidiani piu' venduti nel Paese, invitando poi la Germania a vergognarsi per il presunto sostegno ai ribelli separatisti curdi del Pkk. Un'accusa ripresa dai quotidiani filo governativi Yeni Safak e Star, il primo giura che "la Turchia non dimentichera'", mentre il secondo riprende la figura di Hitler e titola "Pronti a tutto per il Pkk", riadattando uno slogan dell'epoca nazista all'accusa di sostegno ai curdi da parte della Germania."Stupidi" e' invece la critica scelta da Aksam, che definisce "una menzogna" il genocidio armeno. (AGI)