Il Cairo - Il sindacato dei giornalisti ha convocato oggi un'assemblea generale per protestare contro l'arresto del presidente, Yehia Qalash, e due altri membridel consiglio direttivo, Khaled al Balshi e Gamal Abdel Rahim. I tre si trovano sotto custodia cautelare perche' accusati di aver divulgato notizie false nell'ambito del blitz delle forze di polizia contro la sede del sindacato lo scorso primo maggio. Qalash, al Balshi e Abdel Rahim sono stati convocati ieri sera per un interrogatorio con i magistrati, i quali hanno imposto una cauzione di 1.123 dollari per il loro rilascio. I tre, tuttavia, si sono rifiutati di pagare la cauzione e sono stati dunque trattenuti dalle autorita' presso la stazione di polizia di Qasr al Nil. "Non pagheremo la cauzione perche' vogliamo che la vicenda finisca nelle mani dei giudici, in modo che facciano piena luce sulla vicenda", ha spiegato Qalash, citato dal quotidiano indipendente egiziano "Al Masry el Youm".
Decine di giornalisti si sono radunati oggi davanti al Sindacato dei giornalisti egiziani nel centro del Cairo ad un giorno dall'arresto del responsabile dell'organizzazione, Yehia Qalash e dei membri del Consiglio sindacale Khaled al Balshi e Gamal AbdelRahim. Durante il sit-in i giornalisti hanno scandito slogan contro il presidente Abdel Fatah al Sisi considerato il responsabile del clima di intimidazione che ha colpito attivisti per i diritti umani e operatori dei media. Qalashe gli altri due membri del direttivo sono stati convocati ieri sera, 29 maggio, per essere interrogati dai pubblici ministeri. Dopo 13 ore di interrogatorio, i tre sono stati accusati di "pubblicazione di notizie false che minacciano la pace pubblica" nell'ambito del blitz delle forze di polizia contro la sede del sindacato lo scorso primo maggio.Nell'operazione di polizia dello scorso primo maggio erano stati arrestati i giornalisti Mahmud al Saqqa e Amr Badr, accusati di affiliazione a un gruppo terroristico. Secondo il sindacato, tuttavia, i due avevano solo effettuato una copertura giornalistica delle proteste del 15 e 25 aprile contro il trasferimento all'Arabia Saudita della sovranita' delle isole Tiran e Sanafir. Badr, inoltre, si era occupato nelle scorse settimane anche dell'omicidio di Giulio Regeni.Entrambi si trovano ancora sotto custodia.
Amnesty International, organizzazione non governativa con sede a Londra, denuncia in un comunicato che "si tratta di una preoccupante battuta d'arresto per la liberta' di espressione e dell'attacco piu' sfacciato contro la stampa del paese degli ultimi decenni", si legge sul sito internet diAmnesty. "L'arresto di figure di spicco del sindacato dei giornalisti evidenzia una pericolosa escalation della repressione delle autorita' egiziane sulla liberta' di espressione e dimostra che le autorita' sono disposte aprendere misure estreme per rafforzare la loro presa sul potere", ha detto Magdalena Mughrabi, vicedirettrice ad interim del programma Nord Africa e Medio Oriente di Amnesty International. Qalash e gli altri due membri del direttivo sono stati convocati ieri sera, 29 maggio, per essere interrogati dai pubblici ministeri. Dopo 13 ore di interrogatorio, i tre sono stati accusati di "pubblicazione di notizie false che minacciano la pace pubblica" nell'ambito del blitz delle forze di polizia contro la sede del sindacato lo scorso primo maggio.
Nell'operazione di polizia dello scorso primo maggio erano stati arrestati i giornalisti Mahmud al Saqqa e Amr Badr, accusati di affiliazione a un gruppo terroristico. Secondo il sindacato, tuttavia, i due avevano solo effettuato una copertura giornalistica delle proteste del 15 e 25 aprile contro il trasferimento all'Arabia Saudita della sovranita' delle isole Tiran e Sanafir. Badr, inoltre, si era occupato nelle scorse settimane anche dell'omicidio di Giulio Regeni. Entrambi si trovano ancora sotto custodia. I magistrati hanno ordinato oggi la detenzione cautelare per i tre, con cauzione fissata a 10.000 sterline egiziane (1.123 dollari), che i giornalisti sono rifiutati di pagare. "Non pagheremo la cauzione perche' vogliamo che la vicenda finisca nelle mani dei giudici, in modo che facciano piena luce", ha spiegato Qalash, citato dal quotidiano indipendente egiziano "Al Masry el Youm". "La presa sul sindacato egiziano e' senza precedenti. (...) Le autorita' egiziane sembrano pronte a violare le proprie stesse leggi nel loro agghiacciante tentativo di schiacciare tutti i segni di dissenso", ha detto ancora la Mughrabi. Secondo il Sindacato, Almeno 20 giornalisti sono attualmente sotto custodia in Egitto "solo per aver svolto il loro lavoro". (AGI)