Rio de Janeiro - Non si placa in Brasile la polemica seguita allo stupro di un'adolescente compiuto da piu' di 30 uomini in una favela di Rio de Janeiro: alla condanna nelle reti sociali si sono aggiunte anche quelle di Dilma Rousseff, la presidente sospesa temporaneamente dall'incarico, e del governo ad interim. L'hashtag #EstuproNaoÉCulpaDaVitima (Lo stupro non e' colpa della vittima) ha inondato Twitter nelle ultime 24 ore, per dare voce all'indignazione di migliaia di internauti. La polizia ha localizzato la casa dove la 16enne e' stata stuprata dal gruppo di uomini. Venerdi' scorso l'adolescente, accompagnata dalla madre, e' anche tornata al commissariato. Nella prima deposizione giovedi' la ragazza aveva raccontato che il sabato precedente era andata a casa del ragazzo con il quale aveva una relazione, non lontano dalle installazioni dei Giochi Olimpici. Erano soli e sono stati insieme alcune ore. Quando si e' svegliata domenica, si trovava in un altro appartamento della stessa favela (nella zona occidentale di Rio) con un gruppo di uomini armati di fucili e pistole. Era drogata e nuda. La famiglia ha saputo dell'accaduto solo mercoledi' quando i criminali hanno postato su Twitter un video e alcune delle immagini dele stupro, che ritraggono la ragazza svenuta e con i genitali insanguinati.
Task force contro stupri, "il fidanzato calciatore nel branco"
La presidente Dilma Rousseff ha espresso la sua solidarieta' sui social network: "Ancora una volta ribadisco il mio rifiuto della violenza contro le donne. Dobbiamo lottare per denunciare e punire questo crimine". Sempre sui social network il presidente in carica, Michel Temer ha detto che "e' assurdo che nel 21esimo secolo si debbano vivere crimini barbarici come questo". Il caso ha aperto un dibattito in Brasile sulla cosiddetta "cultura dello stupro". In varie citta' ci sono state manifestazioni di appoggio alla ragazza e di condanna della violenza sessuale ma allo stesso tempo si sono levate anche voci di critica e tentativi di criminalizzare le vittime. A Rio de Janeiro, un gruppo di circa 200 persone, in gran parte donne, si e' concentrato dinanzi all'Assemblea legislativa, con striscioni del tipo 'Quando dico 'no' e' 'no'". Alleviata dalle dimostrazioni di solidarieta' ricevute, la ragazza ha scritto su Twitter. "Tutte possiamo passarci. Non fa male l'utero. Fa male l'anima". Nel 2014 sono stati registrati nel Paese latinoamericano oltre 47mila violenze sessuali, un dato inferiore alla realta' dato che secondo le stime solo il 35% degli abusi vengono denunciati. (AGI)