Roma - La protesta contro la riforma del lavoro in Francia rischia di scivolare nella violenza, nonostante il governo di Manuel Valls non escluda "modifiche" non strutturali. Parigi ha visto scendere pacificamente in piazza oggi migliaia di persone (100.000 secondo i sindacati, non piu' di 30.000 per la polizia), ma un centinaio di giovani ha alzato la tensione, distruggendo le vetrine dei negozi e le auto parcheggiate e costingendo la polizia a rispondere con gas lacrimogeni. Almeno 15 agenti sono rimasti feriti negli scontri, mentre gli arresti sono 36 (77 in tutta la Francia).
Lo scontro tra i sindacati di sinistra e il governo e' durissimo: almeno 5 raffinerie su 8 bloccate o che funzionano a scartamento ridotto, 4 mila pompe di benzina (1 su 5) a secco, nonostante il ricorso alle riserve strategiche nazionali, scioperi dei treni e dei trasporti, disagi nei porti e nelle centrali elettriche e nucleari sono state la premessa dell'ottava giornata di mobilitazione da marzo indetta da CGT, FO, Solidaires, FSU, Unef, Fidl e UNL. La prossima e' gia' prevista per il 14 giugno. Finora la manifestazione piu' affollata e' stata quella del 31 marzo (390 mila persone per la polizia e 1,2 milioni per i sindacati), poi l'affluenza e' calata, per risalire lo scorso 19 maggio (128- 400 mila persone).
In tutto il paese sono scese oggi in piazza 153.000 persone secondo le autorita', 300.000 secondo i sindacati. Il leader della CGT Philippe Martinez ha invocato una "generalizzazione degli scioperi". Il governo ha replicato con toni duri e rassicurato i francesi sui rifornimenti. Finora sono stati usati 3 giorni di riserve stategiche petrolifere su un totale di 115 giorni. "Sara' fatto tutto il necessario per assicurare gli approvvigionamenti ai francesi e all'economia", ha detto Stéphane Le Foll, portavoce del governo, che ipotizza aperture alle richieste sindacali.
Al centro dello scontro vi e' l'articolo due della riforma, quello che su produttivita' e orario di lavoro da' la priorita' alla contrattazione aziendale rispetto a quella nazionale. Secondo i sindacati "inverte la gerarchia delle norme" contrattuali ed e' stato scritto sotto la dettatura del "padronato". Tra coloro che si sono dichiarati disponibili a rivedere le priorita' dell'articolo due vi sono il presidente dei deputati socialisti, Bruno Le Roux, e il ministro del'Economia, Michel Sapin. Ma subito e' arrivato l'alt di Valls: "Non toccheremo l'articolo due". "Ci possono sempre essere modifiche, o miglioramenti" ha detto ai media Bfmtv e Rmc, escludendo tuttavia "cambiamenti del quadro" o un ritiro del provvedimento.
Valls ha chiarito poi di non aver mai pensato di dimettersi nel corso del muro contro muro. "No, no" ha risposto a chi gli chiedeva se questo pensiero gli sia passato per la mente, e ha aggiunto che non e' escluso si arrivi di nuovo a ricorrere all'articolo 49-3 della costituzione a giugno, quando la la legge verra' esaminata dall'Assemblea Nazionale in seconda lettura. L'articolo consente all'esecutivo di approvare una legge senza passare dal voto del Parlamento. "Non e' certo perche' la Cgt vuole bloccare il paese che me ne andro', che lascero' il servizi", ha esclamato il premier. Inoltre, Valls ha fatto sapere di "non aver mai avuto dubbi" sull'appoggio di François Hollande durante tutti questi mesi e si e' rifiutato di pronunciarsi sull'eventuale candidatura all'Eliseo alle presidenziali del 2017.
Il governo non esclude, poi, una possibile precettazione degli addetti delle raffinerie in sciopero. "Possiamo considerare tutte questa soluzioni", ha aggiunto Valls riportando alla memoria quanto fece il governo di François Fillon, nel 2010, durante le contestazioni per la riforma delle pensioni. Da Bruxelles arriva il sostegno dell'Unione europea al governo. Una riforma del mercato del lavoro in Francia e' "indispensabile", ha affermato il commissario e agli Affari economici, Pierre Moscovici. "I paesi che hanno fatto una riforma del mercato del lavoro con la quale agevolare l'ingresso nel mercato e consentire un'uscita in sicurezza -ha sottolineato- sono quelli che sono riusciti ad abbassare la disoccupazione". "Quelli che non l'hanno fatta - ha aggiunto - sono quelli con prestazioni meno buone. La Francia e' il 21esimo paese su 28 da questo punto di vista e questa non e' una cosa di cui possiamo vantarci: lo dico senza pronunciarmi su questa riforma e senza entrare nel dibattito interno". Uno spiraglio di negoziato potra' aprirsi sabato, quando Valls "ricevera' le parti" per sbloccare la situazione delle raffinerie. Palazzo Matignon non ha pero' precisato quali saranno esattamente le parti che siederanno attorno al tavolo. (AGI)