Roma - Unifil conferma l'esistenza di un'inchiesta interna su un presunto traffico di cibo destinato esclusivamente al contingente di stanza in Libano e finito invece nei supermercati locali ma precisa che "al momento, non ci sono ancora prove che possano confermare una sistematica operazione" o "ancor meno il coinvolgimento di alcuni contingenti". Unifil, ha affermato il portavoce Andrea Tenenti rispondendo all'AGI, "ha preso da tempo tutte le misure adeguate in coordinazione con la sede centrale delle Nazioni Unite con lo scopo d'investigare questo tipo di accuse". "Le indagini attualmente in corso -ha proseguito Tenenti- vengono condotte per verificare la veridicità dei fatti e soprattutto per dimostrare eventuali responsabilità, che è bene specificare sono sempre individuali. Le Nazioni Unite, attraverso i propri organi di controllo interno prenderà gli adeguati provvedimenti nel caso venissero trovate responsabilità". "E' soprattutto nell'interesse dell'organizzazione, fare luce su eventuali illeciti perpetrati all'interno della propria struttura. Per tale motivo la stessa organizzazione, sempre attenta a monitorare certi tipi di accadimenti - ha concluso il portavoce- ha per prima denunciato le circostanze e iniziato da tempo investigazioni estese in collaborazione con le autorità locali e volte a scongiurare qualsiasi tipo di detrimento ai grandi risultati ottenuti dalla missione. Missione che gode sia della fiducia della popolazione che delle autorità libanesi". (AGI)