Hanoi - Una stretta di mano in nome di "rinnovate relazioni", la revoca totale dell'embargo sulle armi e un ordine-monstre da oltre 11 miliardi di dollari per la fornitura di un centinaio di 737 della Boeing: e' il corredo con cui il presidente americano, Barack Obama, ha dato il via alla sua 'tre giorni' in Vietnam: una visita nel Paese comunista un tempo nemico, per seppellire definitivamente gli spettri del passato e rafforzare la cooperazione economica e di sicurezza, anche in funzione anti-Cina. "Siamo venuti qui come simbolo delle rinnovate relazioni che abbiamo costruito negli ultimi decenni e della partnership a tutto tondo che abbiamo creato nel corso della mia presidenza", ha sottolineato Obama, stringendo la mano del presidente vietnamita, Tran Dai Quang, un busto di Ho Chi Minh alle spalle. Della condivisione di "preoccupazioni e interessi comuni" ha parlato il leader di Hanoi, salutando con soddisfazione l'annunciata fine dell'embargo americano. Ad aprire la strada delle relazioni era stato Bill Clinton nel 2000, il primo presidente americano a tornare nel Paese del sud-est asiatico dalla fine della guerra, nel 1975. Da allora e' cominciata una fase di riconciliazione e nel 2014 era arrivato il primo allentamento dell'embargo sulle armi. "Speriamo che la revoca di tutti i divieti aiutera' la pace regionale e lo sviluppo e siamo contenti di vedere Stati Uniti e Vietnam sviluppare relazioni di cooperazione normali", ha aggiunto Obama, annunciando la revoca definitiva. Inevitabile iscrivere la decisione nell'ambito della crescente tensione tra Vietnam e Cina per la soravnita' delle isole Paracel e Spratly, nel Mar della Cina meridionale; ma Obama ha negato qualsiasi relazione e ha evitato di fare alcun riferimento. La Cina, dal canto suo, ha salutato (almeno a parole) con favore la scelta per bocca della portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunyingha, che ha auspicato assicuri pace e stabilita' all'area.
Il "pantano" in cui l'America perse l'innocenza
Gli Usa finora avevano rifiutato di togliere l'embargo totale per via del tema di maggior attrito tra i due Paesi, i diritti umani. Non a caso gli attivisti hanno subito levato la voce: per il direttore esecutivo di Human Rights Watch, Kenneth Roth, Obama ha preferito "armare il Vietnam come alleato anti-Cina piuttosto che interessarsi della repressione in corso". Di rimando, il presidente americano ha convenuto che ci sono "ancora differenze" con il Vietnam sul tema ma "progressi moderati" sono stati fatti. L'accento e' stato posto anche sul Trans-Pacific Partnership, l'accordo tra 12 nazioni di cui si attende la ratifica del Congresso. Una firma che Obama ha esortato a porre, mentre da parte sua Quang si e' detto convinto che il patto sara' "un fattore chiave per la crescita economica nella regione", assicurando che il Vietnam e' "totalmente impegnato nell'applicazione completa" di tutte le clausola, tra cui quelle sui diritti dei lavoratori. Nel corso della visita, Obama e Quang hanno anche assistito alla firma di una serie di accordi commerciali per un valore di 16 miliardi di dollari, tra cui l'intesa VietJet-Boeing per l'acquisto di un centinaio di 737, una commessa da 11,3 miliardi di dollari, il piu' grande ordine per aerei commerciali nella storia del Vietnam.
Come Hollywood diede una dimensione epica alla sconfitta
Da acerrimi nemici, provati psicologicamente e fisicamente dalle memorie di guerra, ad alleati regionali: Stati Uniti e Vietnam hanno registrato un forte avvicinamento, uniti di fronte all'espansionismo cinese. La regione infatti vive un momento di crescente tensione sulle dispute di sovranita' che vedono Pechino contrapposta ad alcuni Paesi del sud-est asiatico, tra cui anche il Vietnam, per alcuni atolli e isole nel Mare Cinese Meridionale. Da odiato invasore, l'America gode oggi di una diffusa popolarita', soprattutto tra i giovani. Secondo un sondaggio del Pew Research Centre dell'anno scorso, il 78% dei vietnamiti guarda in modo favorevole agli Stati Uniti, un alto consenso che condividono con Filippine e Corea del Sud. Tra i giovani il livello e' ancora piu' alto, nella convinzione che la guerra sia una questione del passato, e che sebbene non la si debba dimenticare, non ci si deve neanche soffermarsi, guardando invece al futuro. Nell'agenda di Obama, prima di spostarsi in Giappone per il G7 e la storica visita di Hiroshima, ci sono gli appuntamenti con il premier Nguyen Xuan Phuc e il segretario generale del Partito Comunista, Nguyen Phu Trong, il leader de facto del Paese, mentre a Ho Chi Minh sara' la volta degli incontri con la comunita' imprenditoriale e i giovani. (AGI)