Salvatore Girone rientra in Italia: lo ha deciso il Tribunale arbitrale istituito a L'Aja sul caso dei marò. Il fuciliere di Marina, bloccato in India dal 2012, potra' cosi' attendere a casa con i suoi familiari la conclusione del procedimento arbitrale tra Roma e New Delhi su chi abbia la giurisdizione del caso. Le condizioni del rientro saranno adesso concordate tra Italia e India. Era la decisione che l'Italia aspettava da tempo e per cui si era battuto il governo: "Un passo in avanti davvero significativo al quale abbiamo lavorato con grande dedizione", ha esultato il premier, Matteo Renzi, che ha voluto "mandare un messaggio di amicizia al grande popolo indiano"; e poi ha telefonato a Girone, che da anni vive nell'ambasciata italiana di New Delhi. Anche il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha telefonato subito a entrambi i marò per esprimere loro vicinanza.
L'odissea dei marò, le tappe della disputa tra Roma e Delhi
La Farnesina adesso si augura "un atteggiamento costruttivo dell'India anche nelle fasi successive e di merito della controversia" e ha voluto anche sottolineare che il rientro in Italia di Girone "non influisce" affatto sul prosieguo del procedimento arbitrale. E ora è l'Italia intera a esultare. Il papa' del fuciliere, Michele, parla di "notizia straordinaria, bellissima e attesa da tempo. Non abbiamo mai perso la fiducia". La decisione "conferma che era giusto rivolgersi a un arbitrato internazionale", commenta il presidente della Camera, Laura Boldrini. "Non è solo un grande risultato ottenuto dal Governo, ma da tutto il Parlamento, maggioranza e opposizione, che ha mostrato una straordinaria prova di coesione nazionale", ha aggiunto Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Affari esteri del Senato, che invita a "intensificare la collaborazione diplomatica con l'India per risolvere il contenzioso ancora esistente". "è un primo barlume di luce dopo 4 anni di buio pesto", concorda il capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, Renato Brunetta. "è frutto, oltrechè dell'impegno del governo italiano, anche del Parlamento europeo che lo scorso gennaio ha approvato una risoluzione in cui è stato chiesto il rimpatrio considerando la detenzione come 'una grave violazione dei diritti umani'", ha fatto notare l'europarlamentare PPE Lorenzo Cesa. Per Nicola Latorre, presidente della commissione Difesa al Senato, "è il frutto di una crescente credibilita' internazionale del nostro Paese". Premiata "l'intelligente azione svolta dalla nostra diplomazia e il costante impegno di tutto il Parlamento", fa notare il presidente della commissione Difesa della Camera, Francesco Saverio Garofani. Ed esultano anche i parlamentari e gli europarlamentari M5S delle commissioni Difesa ed Esteri, che ammoniscono: "Ora basta errori e passi falsi". (AGI)