Roma - Il governo e fonti della Difesa hanno smentito che l'Italia sia pronta a inviare fino a 900 soldati per stabilizzare la Libia. Ma la crisi si fa sempre più 'calda' e l'Ue ha assicurato "pieno supporto" alle autorità di Tripoli.
Ieri il governo libico di unità nazionale ha chiesto aiuto all'Onu e alla comunità internazionale per proteggere i pozzi petroliferi da eventuali attacchi terroristici. E a stretto giro di posta dal vertice a cinque, ad Hannover (presenti Obama, Merkel, Renzi, Hollande e Cameron) è arrivato il pieno sostegno al governo di riconciliazione nazionale: un pieno sostegno che permetterebbe, in una volta sola, di controllare il flusso di migranti, rintuzzare l'avanzata dell'Isis e gettare le basi per una stabilizzazione complessiva dell'area.
Oggi la Francia ha annunciato di essere pronta a sostenere il governo di unità nazionale per garantire la sua "sicurezza dei mari". Ma i cinque riuniti a Schloss Herrenhausen hanno ribadito che ogni iniziativa in Libia dovrà essere "espressamente richiesta dal governo". Parlando in una conferenza stampa nella base navale di Abu Seta, a Tripoli, il capo della delegazione dell'Unione europea in Libia, Nataliya Apostolova, ha garantito "pieno supporto" alle autorità libiche recentemente insediate nella capitale, invitando al Serraj ad "assumere quanto prima i poteri esecutivi" nell'interesse del popolo libico. La diplomatica europea ha chiesto inoltre alla Camera dei rappresentanti di Tobruk di riunirsi quanto prima per "dare al popolo libico un governo". Non solo: la Apostolova ha detto che l'Unione europea è "pronta a varare nuove sanzioni" nei confronti delle personalità libiche che ostacolano il processo di riconciliazione nazionale. Serraj ha ricevuto una delegazione di ambasciatori europei, tra i quali Giorgio Starace. L'inviato del governo italiano ha assicurato che presto l'Italia organizzerà "una nuova conferenza per supportare il governo di riconciliazione nazionale libico".
L'inviato dell'Onu Martin Kobler ha lanciato un nuovo ultimatum ai deputati di Tobruk. I tempi non sono infiniti, anche perché il governo libico denuncia la vendita illegale di greggio. Ieri al-Serraj ha anche chiesto alle Guardie petrolifere, le milizie comandate da Ibrahim Jadhran, di continuare a garantire la protezione dei terminal. Ma il giovane comandante è rimasto ferito pochi giorni fa in un attacco lanciato dall'Isis contro un terminal petrolifero di Brega, nella Cirenaica. E il gruppo jihadista sarebbe già di nuovo in marcia: due convogli di uomini e jeep sono stati visti lasciare la città di Sirte, uno era diretto verso il sud; l'altro proprio verso i terminal della Mezzaluna petrolifera. (AGI)