Il Cairo - A due giorni dalle accuse lanciate alla stampa sul caso di Giulio Regeni, il presidente Abdel Fatah al Sisi ha attaccato nuovamente i media e i social del suo Paese, denunciando che in Egitto si e' innescato un "sistema infernale" per far sprofondare il paese in un caos di proteste senza fine. Questa volta a scatenare l'ira del generale sono le proteste contro il trasferimento all'Arabia Saudita della sovranita' delle isole Tiran e Sanarif, nel Mar Rosso, pochi chilometri a Est della Penisola del Sinai, definito una un'umiliante concessione fatta in cambio di denaro e promesse di aiuti finanziari e investimenti per consentire al presidente di rimanere in carica.
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Durante una visita al Monte Galala, nell'area di Suez, dove si e' recato per seguire progressi di un progetto di sviluppo, al Sisi ha assicurato di non essera "mai stato preoccupato delle cospirazioni esterne. Cio' che mi preoccupa davvero - ha sottolineato, citato dal quotidiano filo-governativo al Ahram - e' l'esistenza di un sistema interno per capovolgere questo Paese". Il ministero dell'Interno aveva ammonito dal manifestare, minacciando "provvedimenti". Le autorita' hanno chiuso la stazione della metropolitana "Sadat", al Cairo,per scoraggiare eventuali manifestazioni di protesta aPiazza Tahrir. Cio' non ha impedito ai manifestanti di raggiungere la centrale piazza della capitale, epicentro delle proteste della primavera araba del 2011. Ma sono stati accolti dalle forze di sicurezza che li hanno dispersi con i gas lacrimogeni. Secondo quanto riferito dal quotidiano "al Masry el Youm", 12 persone sono state arrestate, tra cui un giornalista che sarebbe pero' stato rilasciato. Ad Alessandria sono state arrestate 15 persone durante le proteste. (AGI)