Roma - Il governo di unita' nazionale libica continua a puntellare la sua autorita', anche se la situazione a Tripoli resta confusa. L'inviato speciale delle Nazioni Unite, Martin Kobler, ha chiesto al Parlamento di Tobruk di dare la fiducia al governo del premier Fayez al-Serraj "il piu' presto possibile": lo ha fatto nel corso di una riunione al Palazzo di Vetro, in cui ha aggiornato il Consiglio di Sicurezza sulle situazione. Nell'incontro a porte chiuse, Kobler, secondo vari ambasciatori dei 15 Paesi membri del Consiglio, ha mostrato "un ottimismo prudente", ma ha sottolineato che le condizioni della sicurezza continuano ed essere "fragili" e la situazione politica instabile. Il governo di Tripoli e' ancora in attesa del voto di fiducia del Parlamento in esilio a Tobruk. Il governo islamista 'parallelo' e non riconosciuto dalla comunita' internazionale, che controllava la capitale dall'agosto 2014, ha annunciato che non vuole cedere il passo.
A conferma della situazione molto fluida, un gruppo composto da 94 deputatidel Parlamento libico di Tobruk avrebbe deciso di riunirsi neiprossimi giorni a Bengasi, nell'est del Paese, per darevita ad un Consiglio di Stato alternativo a quello istituitotre giorni fa a Tripoli. Si tratterebbe di deputati che non intendono votare la fiducia al nuovo governo di riconciliazione nazionale e che sono vicini ai movimenti indipendentisti della Cirenaica e al generale Khalifa Haftar, comandante dell'Esercito libico attivo nell'est del Paese. La Francia oggi ha escluso un intervento militare: non prevede ne' bombardamenti aerei e neanche l'invio di truppe in Libia, ma potrebbe aiutare "a mettere in sicurezza il governo" di unione nazionale, ha spiegato il ministro degli Esteri, Jean-Marc Ayrault, qualora lo chiedesse il premier designato dall'Onu. Fanno paura la presenza di migliaia di combattenti dell'Isis e anche il possibile nuovo esodo massiccio di migranti verso le coste europee.
Secondo il generale David Rodriguez, che guida il Comando africano degli Stati Uniti (Africom), il numero dei miliziani jihadisti in Libia e' raddoppiato negli ultimi 12/18 mesi, ma l'Isis comunque rimane una forza ancora contenuta e percepita dai libici come straniera. "E' molto piu' difficile" per i jihadisti dell'Isis impiantarsi in Libia di quanto non sia accaduto in Siria, ha spiegato il generale che comanda le truppe statunitensi in Africa, incontrando la stampa al Pentagono. Quanto ai numeri, i combattenti dell'Isis sono "raddoppiati" nell'ultimo anno e si attestano fra i 4 e i 6mila". (AGI)