Tripoli - Alta tensione a Tripoli, dove sono arrivati il capo del governo di unita' nazionale sostenuto dall'Onu e dall'Ue, Mohammad Fayez al-Serraj, e membri del suo esecutivo, nonostante le minacce del governo ribelle nella capitale. Le autorità non riconosciute insediate a Tripoli hanno chiesto al premier di lasciare la capitale: il capo dell'esecutivo filo-islamico sostenuto da Alba libica, Khalifa Ghwell, ha minacciato i membri del gabinetto di unita' nazionale invitandoli ad abbandonare la capitale o essere arrestato. Ghwell ha tenuto la conferenza stampa in un'emittente satellitare che, poco dopo, e' stata assaltata da uomini armati ed è stata chiusa. L'emittente al Nabaa e' considerata vicino alle autorita' che controllano Tripoli: sospese le trasmissioni, il canale e' stato oscurato con una scritta: "Gli abitanti di Tripoli hanno chiuso questa emittente, che incita alla guerra e all'odio. Denunceremo chiunque continui a lavorarvi".
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Nella serata di mercoledì in città sono riecheggiati colpi d'arma da fuoco di origine sconosciuta ma intermittenti. Varie arterie della capitale erano bloccate da gruppi di uomini armati, alcuni in uniforme, altri in abiti civili e con kalashnikov. E' chiuso l'aeroporto di Mitiga, l'unico che funziona a Tripoli e che si trova a pochi chilometri dalla base navale in cui e' arrivato il governo. Fonti della sicurezza hanno spiegato che la decisione e' legata al deterioramento della sicurezza nella capitale. Due compagnie aeree, Afriquiyah Airlines e Libyan Airlines, hanno annunciato su Facebook di aver soppresso i loro voli verso Tripoli per "ragioni di sicurezza". Fonti dello Stato maggiore del ministero della Difesa italiano hanno invece smentito categoricamente le indiscrezioni apparse sui social network secondo cui navi della Marina militare italiana avrebbero favorito l'arrivo via mare a Tripoli dei membri del Consiglio di presidenza libico. Una fonte libica da Tunisi ha invece riferito che il governo di unita' sarebbe sbarcato con la copertura di forze speciali britanniche. La stessa fonte ha smentito il coinvolgimento di forze italiane.
Mercoledì sera a Istanbul l'inviato dell'Onu, Martin Kobler, ha tenuto un vertice con i leader dei principali partiti politici libici. Secondo quanto ha reso noto lo stesso diplomatico tedesco con un messaggio su Twitter, alla riunione erano presenti Abdel Hakim Belhaj, ex jihadista leader delle milizie islamiche di Tripoli, Hafed Gaddour, della Coalizione delle forze liberali, Abdallah Rufadi, del Fronte nazionale, Jamal Ashur, del partito Nazionale, Abdel Mona Fageh, dei Fratelli musulmani.
Intanto, mentre le milizie schierate a protezione dei siti petroliferi hanno dichiarato sostegno al nuovo governo, il portavoce della National Oil Company (Noc) ha annunciato che entro due mesi la produzione di greggio arrivera' a 800 mila barili di petrolio al giorno. (AGI)