Roma - Ancora sotto choc per gli attentati del 13 novembre a Parigi, la Francia si sveglia con la notizia che e' stato sventato un nuovo attacco, un progetto che era gia' "in stato avanzato", ha confermato il ministro dell'interno, Bernard Cazeneuve: e' stato fermato un uomo, di nazionalita' francese, nella cui casa e' stato ritrovato esplosivo. "Nessun elemento tangibile collega questo progetto con gli attentati di Parigi e di Bruxelles", ha precisato il ministro, incontrando giovedì sera la stampa.
Le perquisizioni sono andate avanti per tutta la notte a Argentuil, in val d'Oise: sono scaturite dall'arresto di un uomo, avvenuto al mattino, sospettato di coinvolgimento nella organizzazione dell'attentato. Cazeneuve ha parlato di "inchiesta importante". Nella casa dell'uomo, è stata trovata una piccola quantità di esplosivo, la cui natura non e' stata chiarita. L'uomo arrestato, un cittadino francese, è "sospettato di coinvolgimento ad alto livello nel progetto... un progetto in seno a una rete terroristica che voleva colpire la Francia". L'uomo era gia' stato condannato in contumacia in un altro Paese europeo, nell'ambito di un'inchiesta su una rete di reclutamento di jihadisti da mandare in Siria. L'indagine, andata avanti "per diverse settimane", ha mobilitato "risorse significative per la sorveglianza fisica e tecnica, oltreche' la collaborazione stretta e costante tra i servizi europei", ha aggiunto Cazeneuve.
Intanto ieri sera in un blitz della polizia di Bruxelles sono state arrestate sei persone e fatte molte perquisizioni a Jette e Schaerbek.
Gli evidenti passi falsi dell'intelligence fanno tremare il governo belga, mentre l'Ue si impegna ad accelerare l'attuazioni delle decisioni prese dopo gli attentati del 13 novembre a Parigi. I ministri della Giustizia e degli Interni stilano una road map politica. Le autorità hanno abbassato da 4 (il piu' alto) a 3 il livello di allerta terrorismo del Paese, mentre si scopre che Salah Abdeslam, Amine Choukri, Mohammed Belkaid, i primi due arrestati e il terzo ucciso prima degli attacchi del 22 marzo, avrebbero dovuto parteciparvi per fare una carneficina come a Parigi, attaccando la citta' simultaneamente in piu' punti. La procura ha comunicato inoltre che l'identikit diffuso da alcuni media belgi come quello del "quinto uomo" del commando che ha provocato le stragi, la persona che accompagnava l'autore della strage nella metropolitana, "non ha nessuna pertinenza con l'inchiesta".
Salah Abdeslam, l'unico terrorista sopravvissuto alle stragi di Parigi, attualmente in mano alle forze di sicurezza belghe, ha riconosciuto il suo ruolo logistico nella preparazione degli attentati in Francia, ma ne ha attribuito la principale responsabilita' ad Abdelhamid Abaaoud. Lo ha fatto nell'interrogatorio del 19 marzo con la polizia belga, di cui l'emittente BFMTV e' riuscita ad ottenere la trascrizione. Abdeslam ha ammesso con gli inquirenti di aver "affittato vetture e case" su richiesta del commando del 13 novembre. Ma ha attribuito al defunto Abaaoud la responsabilita' degli attacchi. "E' (Abdelhamid) Abaaoud... Lo so attraverso mio fratello Brahim. E' lui che mi ha raccontato che Abaaoud era il responsabile. Ho incontrato Abaaoud la notte tra l'11 e il 12 novembre del 2015. Era la prima volta che lo vedevo in vita mia". Ma questo probabilmente e' falso perche' Abdeslam e il belga di origine marocchine Abaaoud, considerato la 'mente' del massacro, morto nel raid al covo di Saint Senis, erano stati condannati insieme in Belgio nel 2010 per rapina. Abdeslam dice anche che voleva farsi esplodere allo Stade de France, come previsto nel piano terroristico. "Dovevo andare allo stadio ma non avevo il biglietto. Ho rinunciato quando ho parcheggiato la macchina. Ho lasciato scendere i miei tre passeggeri e ho riavviato". Dei tre con lui nel veicolo, Abdeslam ammette di conoscere Bilal Hadfi, ma non gli altri due passeggeri, gli "iracheni". Ha detto anche di non riconoscere neppure Najim Laachraoui, l'artificiere del 13 novembre e il kamikaze dell'aeroporto di Zaventem, nelle fotografie che gli hanno mostrato gli inquirenti.
LA RICOSTRUZIONE IN 3D DELL'ATTACCO ALL'AEROPORTO - (Video animazione realizzata dalla tv francese BfmTv )
I kamikaze delle stragi di Bruxelles - Il governo dei Paesi Bassi ha ufficialmente confermato che l'anno scorso Ibrahim era stato espulso dalla Turchia verso l'Olanda, e non verso il Belgio come sostenuto dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Ma oltre a Ibrahim, anche il fratello, il 27enne Khalid El Bakraoui, fattosi saltare in aria nella metropolitana, poteva e doveva essere arrestato già da molto tempo dalle autorità belghe. A più riprese l'anno scorso aveva violato i termini della libertà condizionale e, a partire dal 22 ottobre 2015, poco prima delle stragi di Parigi, non presentandosi per quattro volte di fila all'appuntamento con il suo supervisore giudiziario. Khalid come il fratello era stato in carcere in Belgio per reati comuni, nel suo caso una serie di rapine a mano armata risalenti al 2011, quando era stato trovato in possesso di un kalashnikov. Le violazioni del regime di liberta' condizionale che gli era stato concesso avrebbero dovuto portare alla sua revoca immediata, una revoca che invece e' arrivata soltanto a febbraio, un mese prima che il latitante Khalid trasformasse in un inferno la stazione di Maalbeek. Khalid affitto', tramite una carta d'identita' belga falsificata con il nome di Ibrahim Maaroufi, una casa in rue de Fort a Charleroi che sarebbe servita da base per il gruppo terrorista implicato negli attentati di Parigi.
Nel mirino dei fratelli Ibrahim e Khalid c'era dunque forse il Centro studi dell'energia nucleare belga di Mol (Cen), nelle Fiandre. I due jihadisti spiarono il direttore generale del Centro forse per sequestrarlo insieme ai suoi familiari e costringerlo ad accompagnarli all'interno del Centro che ospita un reattore sperimentale e contiene grandi quantita' di materiali radioattivi (e' leader mondiale nella produzione di isotopi). Da meta' febbraio la centrale e' presidiata dall'esercito.
Sul fronte delle decisioni prese dai ministri della Giustizia e degli Interni dei 28, il Pnr, il registro dei dati passeggeri aerei, deve essere adottato "ad aprile" e attuato "con urgenza". Restano fermi alcuni obiettivi da realizzare entro la fine di giugno: l'accordo per l'istituzione di una guardia costiera e di frontiera europea, utile anche per la gestione dei flussi migranti; un codice di condotta contro i discorsi di istigazione all'odio su internet; la presentazione, da parte della Commissione europea, del coordinatore per l'anti-terrorismo dell'Ue, e delle "agenzie rilevanti", di "risultati concreti in particolare per quanto riguarda la condivisione e verifica delle informazioni in materia di anti-terrorismo". Il commissario europeo per l'Immigrazione e gli Affari interni, Dimitris Avramopoulos, ha annunciato per "le prossime settimane" una proposta per avere a livello europeo migliore uso e migliore interconnessione dei dati messi in comune. (AGI)