Bruxelle - Nel mirino dei fratelli Ibrahim e Khalid El Bakraoui, i kamikaze delle stragi di Bruxelles, avrebbe potuto esserci il Centro studi dell'energia nucleare belga di Mol (Cen), nelle Fiandre. Era infatti il direttore generale del Centro il dirigente "spiato" dai due jihadisti, che secondo quanto riferito da media belgi avevano piazzato una videocamera nascosta tra i cespugli davanti alla sua abitazione. L'obiettivo dei terroristi, e' l'ipotesi circolata tra gli inquirenti gia' a febbraio, poteva essere il sequestro del fisico insieme ai suoi familiari per costringerlo ad accompagnarli all'interno del Centro nucleare che ospita un reattore sperimentale e contiene grandi quantita' di materiali radioattivi (e' leader mondiale nella produzione di isotopi).
Al suo interno ci sono anche piccoli quantitativi di uranio, sufficienti per costruire una "bomba sporca", anche se l'accesso alla sala in cui e' custodito richiede la presenza contemporanea di almeno due dirigenti del Centro. L'Agenzia federale belga di controllo nucleare non ha voluto fornire l'identita' del dirigente spiato per motivi di sicurezza, pur confermando che si tratta di una persona che ricopre "un alto incarico nel programma atomico nazionale". Il Centro di Mol, fondato nel 1953, si trova vicino ad Anversa. Dagli anni '90 ha anche la responsabilita' di coordinare la sicurezza nucleare in un Paese in cui si trovano due centrali nucleari attive, quella di Doel, nelle Fiandre vicino al confine con l'Olanda, e quella di Tihange, a sud-est di Bruxelles, che con i loro sei reattori in funzione forniscono la meta' del fabbisogno di energia elettrica del Belgio.
La videocamera che spiava il dirigente nucleare era stata recuperata da un furgone a fari spenti pochi giorni dopo le stragi di Parigi, a novembre. Ora fonti della polizia belga hanno riferito a La Derniere Heure che a prelevarla erano stati proprio i fratelli Bakraoui, due dei tre kamikaze di Bruxelles. Il video, di una decina di ore e che riprendeva gli spostamenti del dirigente in entrata e in uscita dalla sua casa, era stato scoperto dagli inquirenti il 30 novembre nell'abitazione della moglie di Mohamed Bakkali, il logista 26enne arrestato dopo le stragi di Parigi. Grazie a Google Maps e a un autobus mostrato nel video era stato possibile localizzare dove fosse piazzata la videocamera e quindi risalire al momento in cui era stata recuperata, immortalato da una telecamera di sorveglianza della zona. L
a polizia aveva in seguito collegato quelle immagini a possibili attacchi e cosi' dal 17 febbraio sono stati schierati 140 militari e numerosi poliziotti attorno alle due centrali atomiche del Paese, rendendo piu' complesso attaccarle. Dopo gli attentati di martedi', poi, e' stata ordinata l'evacuazione dalle installazioni nucleari di tutto il personale non indispensabile. Il quotidiano francofono sostiene che l'arresto la settimana scorsa a Molenbeek di Salah Abdeslam e del suo complice Amine Choukri potrebbe aver costretto i terroristi a ridimensionare i loro piani, in cui rientrava un attacco al programma atomico belga. "Ora sappiamo dove volevano arrivare, l'ampiezza degli attentati sarebbe stata molto maggiore se i terroristi li avessero potuti condurre in base ai loro piani", ha affermato una fonte di polizia, "la situazione e' precipitata e si sono sentiti sotto pressione, hanno dovuto optare per gli obiettivi piu' facili". (AGI)