Roma - (di Nicola Graziani) - Boko Haram si è infiltrata anche a Yaoundè, alzare le misure di sicurezza: l'ordine è stato impartito, pochi giorni prima della visita nella capitale del Camerun di Sergio Mattarella, dalle autorità governative del paese africano. La minaccia del gruppo terrorista, finora attivo a centinaia di chilometri da Yaoundè, è stata giudicata concreta e reale. Il viaggio del presidente italiano si è svolto in condizioni di sicurezza superiori alla normalità, con l'impiego di militari nelle strade e nei punti nevralgici della capitale. Come il Boulevard 20 Maggio, l'arteria centrale della città dove si trovano i grandi alberghi e si svolgono le manifestazioni pubbliche.
L'allarme è stato lanciato da una lettera del ministro della difesa camerunense, Joseph Beti Assomo. Avrebbe dovuto restare confidenziale ma è pervenuta alla stampa. Porta la data dei primi di marzo, appena una decina di giorni prima che arrivasse a Yaoundè il primo capo di stato italiano in visita ufficiale. Sergio Mattarella ha messo piede in Camerun il 17 marzo, da presidente di uno dei paesi principali d'Europa e considerato inevitabilmente persona da tutelare con ogni mezzo da parte delle autorità locali. Nella lettera, fa sapere la Voice of America, "si afferma che i terroristi di Boko Haram sono arrivati in città" e si preparano ad essere operativi in ogni momento. Di conseguenza, ha ordinato Assomo agli alti gradi delle forze armate, controllo rafforzati ovunque: aree pubbliche, piazze, chiese negozi e scuole. Oltre ovviamente agli edifici pubblici e ai ministeri. Indicazioni che dovevano restare segrete, e la cui divulgazione ha creato non poco imbarazzo.
Tra le disposizioni impartite l'ordine di arresto immediato dei sospetti, il rafforzamento delle misure di intelligence e protezione rafforzata per gli stranieri, diplomatici e operatori economici, presenti a Yaoundè. Una minaccia reale, sottolineava il ministro con toni più che preoccupati. Già il 5 marzo, la Voice of America definiva Yaoundè "presa nella morsa del panico". All'arrivo di Mattarella la direzione dell'albergo che ospitava la delegazione aveva avuto cura di informare, con una "importante avvertenza" scritta su una lettera depositata nelle stanze degli ospiti, che non era opportuno nè aprire le finestre, nè affacciarsi sui balconi che davano sulla 20 Maggio: sui palazzi di fronte vegliavano i cecchini. All'ingresso doppi controlli di sicurezza su tutte le borse e i bagagli, da parte dei militari prima e di uomini in borghese poi. Pare infatti che il governo abbia chiesto ai responsabili delle security private di aumentare l'impiego dei loro dipendenti. Chiusi inoltre i negozi in diversi punti strategici: insieme ai mercati rappresentano uno degli obiettivi preferiti degli uomini di Boko Haram.
Ancora nelle scorse settimane un'offensiva terrorista ha spinto le autorità camerunensi ad imporre la serrata delle attività commerciali lungo una fascia di decine di chilometri al confine con la Nigeria. Ma la misura, se da un lato ha disinnescato la possibilità di altri attacchi, rischia anche di mettere ulteriormente in ginocchio la gà prostrata economia locale, che si dibatte con i problemi creati dall'instabilità politica come anche dalla presenza di centinaia di migliaia di profughi. Ma tutto questo finora avveniva nel nord del paese, a centinaia di chilometri da Yaoundè, dove Boko Haram non era riuscita mai, almeno finora, a mettere piede. Se i timori del ministro della difesa dovessero essere fondati, ci si troverebbe di fronte ad un pericolosissimo salto di qualità in un'offensiva che, in sei anni, è costata la vita a decine di migliaia di persone ed ha portato in totale (tra la Nigeria ed i paesi confinanti) due milioni e mezzo di uomini a ripararsi nei campi profughi, in condizioni disperate. Anche per questo il governo camerunense ha insistito per ottenere dall'Italia una maggiore cooperazione nel contrasto al terrorismo di matrice islamica. Collaborazione promessa: ufficiali camerunensi saranno addestrati a Vicenza, mentre l'Arma dei Carabinieri metterà a disposizione le sue competenze in materia di raccolta dati a favore degli uomini della polizia e della gendarmeria del paese africano.(AGI)