Bruges (Belgio) - Salah Abdeslam, il "kamikaze mancato" del commando che uccise 130 persone il 13 novembre scorso a Parigi, ha trascorso la sua prima notte in carcere, a Bruges, in Belgio. E intanto si scopre che stava pianificando attentati: "Era pronto a mettere in atto qualcosa a Bruxelles", ha riferito il ministro degli Esteri belga, Didier Reynders, "e potrebbe essere così dato che abbiamo trovato un mucchio di armi, armi pesanti, nel corso delle prime indagini e che attorno a lui esisteva una nuove rete organizzativa".
Salah è in una cella singola e speciale, come ha spiegato la portavoce dell'amministrazione penitenziaria, appositamente creata nel 2008 per persone ad alto rischio di evasione o con problemi comportamentali. Nel penitenziario di Bruges, un'ottantina di chilometri a nord-ovest di Bruxelles, che dispone di un reparto sanitario particolarmente attrezzato, sarà anche possibile prestargli la necessaria assistenza medica visto che è ferito a una gamba.
Il difensore: "sta collaborando e si oppone all'estradizione in Francia"
Sabato la procura di Parigi aveva fatto sapere che Salah avrebbe ammesso che voleva fasri esplodere allo stadio. Per questo il legale di Salah ha presentato ricorso.
Presentato ricorso contro Procura di Parigi: "ha violato segreto istruttorio"
l 26enne jihadista è stato colpito da un proiettile durante la sparatoria di ieri a Molenbeek, conclusasi con la cattura sua e del complice Monir Ahmed Alaaj alias Amine Choukri. Le sue condizioni non sono gravi e le prime cure gli sono state praticate all'ospedale 'Saint-Pierre' della capitale belga, dove ha trascorso la prima notte dopo l'arresto. Nel suo primo interrogatorio con gli inquirenti belgi, Salah ha detto che voleva farsi esplodere nello stadio di Francia, ma di aver poi cambiato idea. Abdeslam, che si oppone all'estradizione in Francia, ricomparirà a porte chiuse davanti al magistrato mercoledì prossimo.
Salah Abdeslam, il kamikaze mancato
Dopo la cattura di Salah, il Belgio tira un sospiro di sollievo ma si interroga anche, come fa notare Le Derniere Heure, su chi abbia offerto il sostegno al terrorista superstite degli attentati di Parigi. "Da Molenbeek a Molenbeek", titola Le Soir sottolineando l'assurdità di una fuga andata avanti per quattro mesi e terminata a poche centinaia di metri da casa sua; il direttore del quotidiano, Beatrice Delvaux, si rammarica anche del fatto che Salah "per quanto con le mani insanguinate" si sentisse protetto.
I momenti della cattura di Salah, FOTO
Stesso interrogativo su un editoriale pubblicato proprio da Derniere Heure, dove Jean Marc Gheraille, fa notare che il fuggitivo si era rintanato "nel luogo che conosce meglio: Bruxelles"; proprio nella capitale belga "si è avvantaggiato di protezione, aiuto logistico e di aiuti della sua comunita', almeno di una parte di essa. Mentre l'altra e' rimasta in silenzio".
Mistero sull'identità del complice di Salah
Ora, secondo la Delvaux occorre andare "oltre la repressione, il carcere, gli arresti". "C'e' un lavoro di fondo da fare in alcune aree di Molenbeek e altrove". Sulla stessa lunghezza d'onda, L'Echo, secondo cui gli avvenimenti di venerdi' rivelano "una parte sommersa dell'iceberg, l'estremismo. Quello di certi adolescenti, giovani uomini e donne, che vedono in Salah Abdeslam e nei suoi accoliti i nuovi 'eroi' di un Occidente che sprofonda"; adesso occorre lavorare perche' "non vedano piu' in Abdeslam il riflesso del loro malessere, ma solo quel che e', un volgare criminale". (AGI)
(AGI)