Roma - L'Fbi lancia un allarme sicurezza sulle auto 'connesse' a Internet: potrebbero essere controllate da remoto. L'estate scorsa, due esperti del sito Wired si impossessarono dei controlli di una Jeep Grand Cherokee e arrivarono a guidarla dal loro computer. Il produttore risolse subito il caso distribuendo ai propri clienti una chiavetta con una patch di istruzioni che ha 'chiuso la porta' ad attacchi esterni.
Ma quello non è rimasto un caso isolato. Sono stati realizzati (e poi risolti i difetti dei sistemi) una Corvette, una Tesla ed è stato violato un sistema diffuso, l'OnStar. Nulla vieta, ipotizza l'Fbi che si è consultato con la National Highway Traffic Safety AdNational Highway Traffic Safety Administration.ministration il ripetersi di casi simili.
L'avviso parla di possibili attacchi come lo spegnimento del motore, la disattivazione dei freni e l'intervento sullo sterzo, attivabili a basse velocità (da 5 a 10 miglia, cioè 8 o 16 chilometri orari). Altre intrusioni, ma a "qualunque velocità", possono invece intervenire sulla chiusura delle porte, gli indicatori di direzione, il tachimetro, la radio o il Gps. Sono vulnerabili connessioni wireless via Usb, Bluetooth, wi-fi (per tablet o smartphone), dispositivi collegati alla porta diagnostica, oppure sistemi infotainment, di monitoraggio della pressione e keyless. "Non sempre le vulnerabilità si traducono in un attacco in grado di accedere a tutte le parti", spiega l'Fbi. Tuttavia, gli esperti sottolineano che i rischi per la sicurezza potrebbero "aumentare significativamente" in caso di manipolazioni a livelli profondi, a danno dei "sistemi più critici".
Il rimedio è tenere aggiornato il software dell'auto solo ed esclusivamente con patch provenienti dal costruttore e non manipolare i programmi delle centraline e delle porte di connessione. L'auto 'tecnologica' è ormai qualcosa di molto simile a un computer o a uno smartphone e come tale dovrebbe essere trattata, limitando ad esempio i prestiti e cercando di non usare software non originali nelle officine.
In caso di dubbio, Fbi ed Nhtsa non suggeriscono solo di rivolgersi a rivenditori o assistenze tecniche legati alla Casa produtrice dell'auto ma mettono a disposizione dei cittadini un modulo per contattare direttamente le due organizzazioni federali.
Da parte loro, le Case hanno aperto un centro anti-hacker: Information Sharing and Analysis Center (ISAC) il cui funzionamento riguarda quello della struttura che tutela i collegamenti e le transazioni bancarie. (AGI)