Il Cairo - La squadra di magistrati italiani guidata dal capo della procura di Roma, Giuseppe Pignatone, arriverà oggi al Cairo alle 14 ora locale (le 13 in Italia) per incontrare i colleghi della Procura generale egiziana nell'ambito delle indagini sul caso di Giulio Regeni, il ricercatore scomparso il 25 gennaio nella capitale dell'Egitto e trovato morto il 3 febbraio alla periferia della città. Il team italiano sarà ricevuto da Kamel Samir, direttore dell'Ufficio per la cooperazione internazionale della procura generale egiziana. La scorsa settimana lo stesso Pignatone aveva riferito che gli investigatori italiani sono stati invitati al Cairo al fine di essere informati "circa le ultime informazioni raccolte sulla morte dello studente". Il cancelliere Ahmed Nagy, capo della Procura di Giza, ha detto di non essere stato informato dell'invito esteso ai magistrati italiani. "Una collaborazione con le autorita' italiane sulle indagini c'è stata fin dall'inizio", ha detto Nagy, sottolineando che "nulla ci impedisce di cooperare con l'Italia all'inchiesta". In precedenza il vice capo della Procura di Giza, Hossam Nassar, aveva detto che la collaborazione con il team di investigatori italiani presenti al Cairo è limitata solo allo scambio di informazioni. "L'inchiesta la conduco io. Con gli italiani scambiamo informazioni", aveva detto Nassar. Lo scorso 7 febbraio, Nagy aveva detto che la squadra di inquirenti italiana si stava coordinando solo con l'ufficio della Procura generale egiziana e non con la Procura di Giza, che non aveva ricevuto l'ordine di agire congiuntamente al team inviato dall'Italia. La lettera di invito consegnata la scorsa settimana ai magistrati a Roma, non a caso, reca la firma del procuratore generale e non del capo dei magistrati di Giza.
Gli incontri che i magistrati romani hanno in programma al Cairo rappresentano "un'occasione molto importante per dare alla collaborazione sull'omicidio barbaro e tragico del nostro ricercatore un salto di qualita'". Lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni a Bruxelles, ricordando che "finora la collaborazione non è stata sufficiente". "Sono convinto - ha concluso - che questo incontro possa almeno cercare di mettere le basi per una collaborazione più intensa e soddisfacente". (AGI)