Roma - Aria tesa a Bruxelles dove e' in corso il vertice tra Ue e Turchia sui migranti. Al suo arrivo, il premier turco Ahmet Davutoglu ha ribadito che la riunione di oggi non deve concentrarsi solo sulla difficile questione dell'emergenza profughi ma anche sui prossimi passi per l'ingresso della Turchia nell'Unione. "E' il secondo vertice in pochi mesi, e questo mostra quanto la Turchia sia indispensabile per l'Ue e quanto l'Ue lo sia per la Turchia - ha premesso - abbiamo molte sfide da affrontare insieme nel nome della solidarieta'. Ma il quadro deve essere visto nel suo insieme, non solo guardando al problema dei migranti irregolari ma anche al processo di ingresso nell'Ue", ha detto. Ma l'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini ha sottolineato che e' necessario che la Turchia "torni a impegnarsi nel dialogo per affrontare la questione curda" e, in quanto paese candidato al'ingresso nell'Unione europea, che "risponda agli appelli da parte dell'Unione europea di rispettare i piu' alti standard per quanto riguarda la democrazia, lo stato di diritto e le liberta' fondamentali a partire da quella d espressione e di associazione". Da Ankara intanto il presidente Recep Tayyip Erdogan ha criticato duramente i ritardi nel versamento dei tre miliardi di euro promessi dalla Ue in cambio di un suo aiuto a frenare il flusso di migranti proveniente dal confine turco. "Sono passati quattro mesi e non hanno ancora concluso", ha affermato Erdogan.
L'Austria, sotto pressione internazionale dopo la decisione di limitare gli accessi dei migranti provenienti dal confine con la Slovenia, auspica che si raggiunga un accordo al vertice con l'obiettivo di chiudere la rotta balcanica. "Dobbiamo dire che la rotta e' chiusa cosi' che coloro che incoraggiano i migranti non siano ascoltati. E' stato facile finora consentire il passaggio, ma questo deve finire, a rotta deve essere chiusa", ha avvertito il premier Werner Faymann. Del resto, il testo provvisorio, circolato ieri, dell'ultima bozza di dichiarazione dei leader diceva che "il flusso di migranti irregolari lungo la rotta dei Balcani occidentali sta giungendo al termine; questa rotta e' ora chiusa". Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha ribadito la linea: procedere con un controllo delle frontiere esterne dell'Ue cosi' da salvaguardare la libera circolazione delle persone prevista dalle procedura di Schengen, e creare consenso per una strategia comune di gestione della crisi migratoria. Intanto da stamane lascia passare solo siriani e iracheni che provengano da zone di combattimento, il che pero' esclude i residenti di Damasco e Baghdad, mentre in Francia, vicino alla famigerata Giungla di Calais in demolizione, e' stato aperto il primo campo rifugiati basato su standard internazionali. (AGI)