New York - "Siamo pronti come coalizione a rispondere alle richieste di sicurezza di un governo libico di unita' nazionale e l'Italia e' pronta a guidare la missione". Lo ha affermato il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, in una conferenza stampa dalla sede della rappresentanza italiana alle Nazioni Unite. Il ministro ha aggiunto che "ci sono piani molto avanzati. Ma il governo libico di unita' e' la chiave di tutto". Si trattera', ha continuato Gentiloni, di " missioni di sostegno alla sicurezza mirate e richieste direttamente dal governo libico". Il ministro incontrera' in serata l'inviato speciale della Nazioni Unite in Libia, Martin Kobler. "Io non ho particolari fremiti interventisti, la situazione e' abbastanza chiara, le ultime affermazioni fatte dal segretario alla Difesa Usa, Ashton Carter, sono molto chiare e hanno ribadito quanto sosteniamo" ha aggiunto il ministro.
"Non si puo' escludere una minaccia dalla Libia. Ma non perche' c'e' questa minaccia si deve intervenire. Giustificare con queste minacce spedizioni militari nel deserto e' una valutazione che non coincide con la visione del governo italiano", ha aggiunto il ministro. Secondo Gentiloni, "per ora la presenza di Daesh in Libia e' numerosa ma circoscritta, 4.000-4.500 combattenti". "Questo non ci deve indurre a sottovalutarne i rischi. La prevenzione del terrorismo e' in atto, ma e' importante anche la stabilizzazione della Libia. L'Italia ha bisogno di avere di fronte alle proprie coste un Paese con un governo con il quale si possa interloquire per i problemi dei migranti, sul tema delle grandi risorse energetiche che possiede e sul contrasto al terrorismo". (AGI)